Fino a Trieste, fino a Trento. Cento anni della Vittoria
Grazie per l’invito e rendo omaggio ad una giornata fondativa della nostra Nazione.
Due riflessioni da fare: la prima, si dice molto spesso e ripetutamente in Italia prima gli italiani evocando un’affermazione fatta dal Presidente degli Stati Uniti che però non dice “prima gli americani”, ma “prima l’America”; le due cose non sono propriamente uguali. “Prima gli italiani” potrebbe voler dire, prima gli italiani che vivono in questa terra, la nostra generazione; “prima l’Italia” è un concetto che va oltre la nostra generazione, guarda necessariamente al futuro oltre che al passato. Per me credo che sia più importante dire “prima l’Italia” piuttosto che “prima gli italiani”.
Il secondo concetto che voglio esprimere è l’evocazione che fate a Trento e Trieste. Oggi la Nazione è in pericolo a Trento e Trieste; nel senso che a Trento possiamo dire che la nostra Nazione è in pericolo per quanto riguarda l’allarme che giustamente vi è sulla migrazione di popoli che mette a repentaglio la nostra identità nazionale. Su questo vi è sufficiente allarme e anche in questi mesi, sufficientemente reazione.
Il secondo, potremmo appunto dire a Trieste, secondo me più importante ma su cui non vi è sufficiente allarme: la conquista predatoria da parte di imprese orchestrate da Paesi stranieri del nostro patrimonio. Patrimonio di conoscenze, patrimonio di scienza, di cultura e tecnologia, del nostro patrimonio industriale.
Questi sono i mezzi del conflitto moderno; l’emigrazione dei popoli e la conquista predatoria delle aziende. Su quest’ultimo fronte, non vi è sufficiente allarme nonostante ogni giorno vi siano notizie molto preoccupanti. L’ultima viene da un’altra città evocativa della Grande Guerra: Vittorio Veneto.
La più grande azienda italiana e mondiale nel settore dei pannelli in vetro e acciaio, Permasteelisa, che realizza gran parte delle facciate che ricoprono i grattacieli di tutto il mondo, quell’azienda è oggi di proprietà giapponese e i giapponesi volevano venderla ad un’azienda cinese. Il Governo americano, nell’ignavia del governo italiano, ha posto il veto alla vendita di quell’azienda. Ha potuto farlo perchè quell’azienda è una multinazionale che dall’Italia ha anche un importante stabilimento negli Stati Uniti e grazie a questo ha posto il veto.
Perché gli USA hanno posto il veto su un’azienda apparentemente non strategica? Hanno posto il veto perché ritengono che i cinesi acquistano questa impresa per porre nei pannelli di vetro, negli edifici di mezzo mondo, dei pannelli con microcip per realizzare spionaggio industriale su scala globale nelle aziende del mondo. Silenzio assoluto del Governo italiano. È possibile ed è qui il concetto di Nazione che un’impresa italiana non venga venduta ai cinesi perché interviene il governo americano che blocca la vendita all’insaputa del governo italiano per evitare che quell’impresa leader al mondo diventi uno strumento di spionaggio industriale ovunque nel mondo?
Questa è la guerra che stiamo combattendo e di cui dobbiamo essere consapevoli e voi che siete una parte importante del cuore e della ragione di questa nazione non potete non rendervi conto che gli strumenti del conflitto mondiale oggi sono altri e l’Italia purtroppo rischia di essere soltanto una preda di questi strumenti e di questo conflitto mondiale. Rialzare la testa oggi come allora per dare l’allarme necessario al nostro Paese e reagire su una nuova e altrettanto importante “linea del Piave”
Intervento di Adolfo Urso
*Adolfo Urso, senatore FdI