A Farefuturo Massimo Fini con il suo libro Ragazzo
La Fondazione ha ospitato la presentazione di Ragazzo. Storia di una vecchiaia (Marsilio), del giornalista Massimo Fini. Un volume – si legge nella recensione della casa editrice – attraversato dall’orrore di diventare vecchi. «Non salgo più su un autobus: ho il terrore che mi cedano il posto», scrive l’autore. La sua è una sorta di singolare autobiografia giocata sul filo del rapporto giovinezza/vecchiaia, sul cui sfondo domina, enigmatico e incontrastabile, il vero protagonista delle 122 pagine: il Tempo. «Credo di aver fatto il giornalista nell’illusione di contrastare il Tempo, di allungarlo, di dilatarlo vivendo più vite coll’immergermi in quelle altrui».
Un’analisi, senza auto-illusioni né auto-inganni sulla vecchiaia, al di là della retorica che porta a censurare la parola “vecchio” e a preferire la versione edulcorata di “anziano”. Quello di Fini però è anche un inno alla giovinezza, «quella irripetibile età in cui ci chiamavano ragazzi».
A discuterne, insieme con l’autore, anche l’attore e produttore cinematografico Luca Barbareschi.