Se ad alimentare il razzismo è la speculazione dei "salotti" della rive gauche
“Per andare a scuola c’è l’obbligo di vaccinarsi, per entrare in Italia no”. È questo uno dei commenti più soft che trovi su Facebook in relazione alla tragedia della piccola Sofia, morta di malaria nello stesso ospedale dove erano state curate per la medesima malattia due bimbe migranti del Burkina Faso. Per il resto sui social è una preoccupante sequenza di molte reazioni, spesso inconsulte, che fanno di ogni immigrato un untore. A giudicare dai toni, talvolta aberranti, potresti concludere che questo popolo nostro, che fu anche di emigranti, sia diventato intollerante e razzista. E non si può neppure sottovalutare che sui social l’episodio agghiacciante dello stupro di Rimini abbia determinato una fortissima, irruente e sacrosanta reazione di condanna e di giustificata ira nei confronti dei quattro violentatori nordafricani, ma anche una sommaria generalizzazione che tende, forse inconsapevolmente, ad equiparare ogni migrante a un potenziale animalesco violentatore.
Secondo le anime belle radical-chic la responsabilità sarebbe di chi specula sulla paura del diverso. Non è così. Ci sono forze politiche come la Lega e Fratelli d’Italia che non speculano, ma si fanno carico del disagio dei cittadini di fronte a una immigrazione selvaggia che colpisce soprattutto le classi meno abbienti. Sono le forze sovraniste che riportano nel dibattito democratico una rabbia che potrebbe avere altrimenti sbocchi pericolosi.
È il centrosinistra che ha speculato sugli immigrati aprendo le porte a tutti per poi rinchiuderli nei cosiddetti centri di accoglienza, tanto simili ai lager, o abbandonarli sulle strade e nelle piazze di paesi e periferie a bighellonare a spese del contribuente o a fare di peggio. Per mesi abbiamo subito la retorica dei salvataggi quando si trattava invece di un autentico servizio taxi dai gommoni degli scafisti alle coste italiane. Coste italiane, sì. Perché nessun altro Paese si è reso corresponsabile di questa invasione e quando i nostri Governi e l’Europa dei burocrati hanno chiesto ai paesi membri di partecipare all’accoglienza, la risposta è stata unanime: l’Italia è andata a prenderseli e ora se li tenga.
Li abbiamo presi questi disperati pur sapendo che non avremmo potuto accoglierli umanamente. Li abbiamo illusi e delusi. E tanti sono morti in mare nella realtà di una tragedia epocale che non era quella della retorica dei salvataggi propinataci da molti giornali e telegiornali. Le classi benestanti non si sono accorte dell’intolleranza che sta crescendo nel Paese. L’unico impatto che la razza padrona dei poteri forti ha con gli immigrati sono le badanti della nonna possidente o la colf filippina. Gli immigrati clandestini sono stati scaricati nelle periferie degradate. In quelle periferie dove le condizioni di vita sono aggravate dalla disoccupazione e in particolare da quella giovanile che spegne le speranze e aumenta la rabbia.
La colpa è di chi ha messo i poveri contro gli immigrati, di quelle personalità istituzionali che hanno pontificato che lo stile di vita di quei disperati doveva diventare la nostra condotta di vita. Un popolo sano e generoso sta covando una ribellione che è responsabilità e colpa di chi ha creato e voluto questa situazione drammatica. Di chi ha anteposto, forse per solo tornaconto economico, le esigenze dei clandestini rispetto a quelle vitali degli italiani che non riescono a raggiungere la fine del mese. Da Monti a Renzi, a Gentiloni, con questi ultimi governi, la situazione economica del Paese è andata sempre più a precipizio, la disoccupazione è cresciuta, il debito pubblico è partito in orbita, e il contribuente si è dovuto accollare il mantenimento degli immigrati.
La colpa è di chi ha messo i poveri contro gli immigrati, di quelle personalità istituzionali che hanno pontificato che lo stile di vita di quei disperati doveva diventare la nostra condotta di vita. Un popolo sano e generoso sta covando una ribellione che è responsabilità e colpa di chi ha creato e voluto questa situazione drammatica. Di chi ha anteposto, forse per solo tornaconto economico, le esigenze dei clandestini rispetto a quelle vitali degli italiani che non riescono a raggiungere la fine del mese. Da Monti a Renzi, a Gentiloni, con questi ultimi governi, la situazione economica del Paese è andata sempre più a precipizio, la disoccupazione è cresciuta, il debito pubblico è partito in orbita, e il contribuente si è dovuto accollare il mantenimento degli immigrati.
Ogni pazienza ha un limite. Se ne è reso conto anche il ministro dell’interno Minniti che ha denunciato che quella immigrazione incontrollata rischia di compromettere la tenuta democratica del Paese. Povero Minniti, lui proveniente dal Pci di Berlinguer, trattato come un bieco fascista. Uno sbirro, ha tuonato contro di lui quell’anima bella di Gino Strada e gli hanno fatto eco voci fuori della storia. E mentre il popolo soffre, la classe politica dominante si affatica ad insistere sullo Ius Soli che sarebbe un’illusione in più per i poveri disperati che credono di trovare l’eldorado in Italia e una pugnalata in più alle spalle dei cittadini italiani ridotti allo stremo.
Se cresce una vena di intolleranza è tra questa gente di sinistra che vanno individuate le responsabilità. Tra i buonisti di maniera. Tra quei progressisti pronti a sacrificare il Presepe e Crocifisso per non dispiacere gli islamici. Tra quelli che accusano la polizia e difendono i clandestini violenti. Tra quei magistrati che mettono subito in libertà quegli immigrati responsabili di delitti. È questa gente di una sinistra da salotto che dovrebbe rispondere all’accusa di istigazione al razzismo.
*Angelo Belmonte, giornalista parlamentare