Banche: Europa contro Impresa Italia
Questo tema di rilevante attualità, riguarda le prospettive per le banche, il credito, quindi imprese e famiglie italiane che subiscono ancora le conseguenze della Grande Crisi. Noi vorremmo focalizzare l’attenzione su come uscirne con alcuni attori del sistema, come quelli che sono intorno al tavolo, ed altri che si aggiungeranno e che ringrazio.
Come presidente di Farefuturo ho il dovere di fare una breve presentazione, introdurre e coordinare i lavori e poi illustrare due proposte di legge specifiche di cui sono autore insieme ad altri parlamentari e che servirebbero a nostro avviso a sanare la grande crisi e voltare pagina. Ieri su tutti i giornali c’era una notizia relativa all’allarme non solo del sistema industriale italiano, ma di quelli di altri Paesi apparentemente più solidi come Austria e Francia, e delle stesse Banche europee per i criteri di Basilea 3, perchè le Banche affermano che con quei criteri non è possibile erogare credito, con una ancora maggiore difficoltà delle Banche italiane rispetto a quelle europee. Banche italiane che, ancora ieri, questo per sottolineare l’importanza di questo meeting, avevano dato un ulteriore segnale d’allarme dopo che un organismo internazionale affermava che ci sono rischi per le banche italiane e i titoli di Stato.
Quindi da una parte c’è il rischio per le imprese e le famiglie per la situazione delle Banche italiane, per l’erogazione del credito anche rispetto ai nuovi criteri, e dall’altra c’è un rischio per quanto riguarda il possesso dei Titoli di Stato e quindi il loro rinnovo alla scadenza. In un contesto quello italiano che lo stesso Def presentato dal Governo ha fotografato in modo impietoso (e che io non voglio in questa sede usare per polemizzare su questo), un Paese in piena stagnazione.
In tutta Europa la crescita si è rallentata soprattutto in Germania che è il principale partner economico del sistema industriale italiano, quindi con maggiori conseguenze in Italia, però nel resto d’Europa si parla ancora di crescita e in alcuni Paesi di crescita ancora sostenuta, al 3/4% come Romania, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Paesi ovviamente di confine ma comunque ormai pienamente europei. Ma Italia è l’unico Paese già in recessione tecnica e ci auguriamo che così non sia nel primo trimestre di quest’anno. Peraltro, il Def certifica una piena stagnazione prevedendo una crescita di appena lo 0,2% nel corso del 2019.
Aumenta il deficit, aumenta il debito, torna ai livelli del 1924, aumenta la pressione fiscale, diminuisce l’investimento delle imprese e degli investimenti pubblici e privati in generale, aumenta la disoccupazione. In questa situazione, dove qualcuno parla di una nuova pericolosa depressione/recessione che potrebbe partire proprio dal nostro Paese. Vi sono delle vicende emblematiche di cui parleremo qui; due su tutte che riassumono la crisi italiana: quella dei risparmiatori “truffati” dalle banche – abbiamo qui con noi il presidente dell’Associazione vittime salva-banche, dottoressa Letizia Giorgianni e quello della Carige, abbiamo qui con noi il presidente del Comitato di Sorveglianza Professore Gianluca Brancadoro, in cui si sottolinea la necessità di avere più tempo per trovare un partner che possa evitare l’intervento dello Stato. Questi due attori, risparmiatori che attendono il rimborso che ancora non giunge nonostante la legge approvata dal Parlamento per la mancanza dei Decreti attuativi e la Carige che è l’ultima delle banche che ha subito l’ondata della crisi e che emerge come problema che riguarda una parte significativa del sistema bancario italiano. In più su questo – ed è notizia di oggi – è tornato la questione della costituzione della Commissione d’inchiesta sulle banche su cui sembra che la maggioranza si sia messa d’accordo.
Personalmente ero stato io in Parlamento a presentare la prima proposta di legge in tal senso, a cui mesi dopo si è aggiunta quella di Cinque Stelle. Il Presidente Bagnai che è qui e che ringrazio, è stato colui che ha incardinato questo dibattito sulla proposta di legge; io mi ero permesso di proporre una Commissione d’inchiesta della durata di un anno in modo che fosse chiaramente una Commissione atta ad accertare i fatti e soprattutto individuare gli strumenti anche di revisione legislativa per evitare che quello che è accaduto tornasse ad accadere.
Cinque Stelle aveva proposto, successivamente a me, una proposta di legge che prevedeva cinque anni; ha prevalso quest’ultimo parere e su questo si è allarmato il Presidente della Repubblica: la durata è significativa perché se la Commissione ha un mandato di un anno vuol dire che si intende realizzare una commissione d’indagine consentendo al Parlamento di intervenire poi per porre rimedi legislativi, se ha un mandato di legislatura, appunto cinque anni, si corre il rischio di trasformarla in un palcoscenico, in cui si esercitano tutti gli attori spesso solo a fini demagogici, processo popolare permanente, anche se io mi auguro che non sia così comunque perché penso che il presidente proposto, Gianluigi Paragone, sia comunque una persona illuminata.
Brevemente illustro le due proposte di legge. Come sanare la grande crisi? Come intervenire su ciò che è accaduto, ovviamente non sulle dinamiche future. Infatti entrambe le proposte hanno un termine che riguarda il passato, il periodo della Grande Crisi. La prima interviene sul fenomeno dei crediti deteriorati, la seconda sul fenomeno degli immobili all’asta. Sono due fenomeni che riguardano milioni di soggetti come effetto della grande crisi bancaria, economica, finanziaria e sociale che il Paese ha attraversato.
Nel primo caso in quelli che vengono definiti NPL, si sta svolgendo un processo di vendita a cui le banche sono sollecitate dalla Banca europea per liberarsi di questi crediti deteriorati e che vengono venduti in parte e in blocco a delle società specializzate in particolare anglosassoni, che hanno trovato nel mercato italiano quello con più profitto e si sono precipitate, ora anche a soggetti costituiti ad hoc, talvolta dalle stesse banche. Ciò perché è un mercato profittevole per chi acquista e poi si rifà sui soggetti debitori.
Nella nostra proposta di legge prevediamo che nel caso in cui venga venduto dalla banca il mio credito deteriorato ad un soggetto terzo, io abbia tre mesi di tempo per poterlo riscattare dal soggetto terzo attraverso un processo determinato dall’intervento legislativo che sostanzialmente mi consente ove lo volessi di riacquistare il mio debito deteriorato tornando quindi in bonus, di riacquistarlo al valore per cui è stato venduto con una percentuale maggiore che noi concediamo a chi lo ha acquistato del 20% o del 40% nel caso in cui abbia già attivato le vie legali. È una soluzione ragionevole sia per le Banche che hanno più facilità per collocarlo, sia per i soggetti terzi che comunque hanno un guadagno del 20 o del 40% che ci sembra congruo rispetto alle condizioni di mercato. Soprattutto è importante per un milione e duecentoquarantamila soggetti che oggi hanno dei crediti deteriorati.
Il secondo provvedimento ha la stessa logica; vi sono centinaia di migliaia di case all’asta dove le aste rimangono deserte. È un problema per le banche, è un problema di chi aveva la propria abitazione e non è riuscito a pagare integralmente il mutuo, è un problema per il sistema, anche per lo Stato ai fini della riscossione dell’Imu. Noi prevediamo che per quelle che sono già all’asta, non per le successive, perché altrimenti mi predispongo affinchè possa attivare delle procedure; quindi, solo per coloro ai quali il fenomeno si è già verificato, io titolare di prima casa, posso concordare, in un quadro legislativo certo, con la banca creditrice un nuovo mutuo modulato sul valore che il tribunale ha attribuito al bene oggi e non a quello che aveva in tempi diversi e adeguato alle effettive capacità del soggetto di pagare il mutuo. Anche in questo caso si libererebbero le banche di un peso, si sanerebbe una grave questione sociale e si consentirebbe migliaia di persone di riprendersi il bene e tornare in bonus. Le due logiche sono quelle di sanare la crisi sociale e di rimettere in attività famiglie e imprese consentendo loro di riprendere la propria vita.
*Adolfo Urso, presidente Fondazione Farefuturo
Intervento al meeting “L’Europa e le Banche. Quali prospettive per il credito alle imprese e alle famiglie. I casi di NPL e immobili all’asta”