Con Marinetti, lanciamo la nostra sfida alle stelle
Piace rileggere “Marinetti esplosivo” un libro di Gino Agnese, giornalista e saggista, uno dei maggiori studiosi italiani del Futurismo. Ci fa conoscere il poeta, lo scrittore, l’artista negli aspetti più veri e nascosti.
In questi giorni che si discute molto dei nostri rapporti con la Russia, interessante anche un altro libro di Agnese, recente di stampa, “Marinetti Majakovskij. 1925. I segreti di un incontro”. L’autore studia un foglio ritrovato in un archivio sovietico, una sorta di scaletta di un colloquio tra Marinetti, il fondatore del Futurismo e Majakovskij il poeta dell’Ottobre rosso. L’incontro avvenne nello scenario suggestivo dell’Exposition Internazionale des Arts Decoratives et Industriales Modernes a Parigi nel 1925, che richiamò il fior fiore della cultura del mondo, dalla letteratura, all’architettura, al teatro, all’industria alla pubblicità. Un tavolo per tre in un ristorante di rue Saint Honoré il 20 giugno. A cena Marinetti, Majakovskij ed Elsa Triolet, scrittrice russa che aveva scelto di vivere in Francia, sorella di Lili Brik, che era amante di Majakovskij, e che aveva contatti con la polizia sovietica.
Senza inseguire scenari e dietrologie spionistiche, Gino Agnese rilegge il rapporti tra La cultura russa e quella italiana e anche tra l’Italia fascista e l’Unione Sovietica. Marinetti era sì poeta futurista ma anche uno dei fondatori dei fasci di combattimento, Majakovskij era all’epoca la punta di diamante della cultura bolscevica. Amici-nemici uniti dalla visione dell’arte anche se divisi dalla politica. Lo studio di Agnese disegna uno scenario degli anni Venti in una prospettiva non ancora contrapposta come invece appare alla storiografia del secondo dopoguerra.
A parte la riflessione di Agnese sui rapporti culturali tra l’Italia e Mosca in quegli anni. L’Italia fu tra le prime nazioni, nel 1924, a riconoscere l’Unione Sovietica. La Russia sovietica riconobbe il Governo provvisorio di Fiume presieduto da D’Annunzio nel 1920-21. Nel dopoguerra, in un mondo diviso in due, sempre vivi rimasero i rapporti tra le due nazioni in campo culturale ed artistico, in particolare nel cinema. Ma anche a livello industriale. Fu la Fiat nel 1966 la prima tra le grandi industrie occidentali ad impiantare stabilimenti nel cuore della Russia, nella regione del fiume Volga, Togliattigrad. In quest’epoca che ci ha visti tra le nazioni che hanno messo sanzioni alla Russia, gli aiuti provenienti da Mosca, seppure tra polemiche, segneranno nuovi e positivi rapporti tral’Italia e la Russia.