Effetti collaterali
Fanno brutti scherzi gli effetti collaterali della terza dose del vaccino anticovid. Mi provocano allucinazioni, immagini assurde attraversano la mente. Ho creduto di sentire il Capo dello Stato intrufolarsi in qualche modo nella cornice del Festival di Sanremo, e – quel che è più assurdo – mi è sembrato vedere il Papa, come fosse la Littizzetto o un Burioni qualsiasi, ospite in un talk show della terza rete.
Segno tutto questo della mia età che avanza assieme alla demenza. Per non parlare degli incubi che turbano le mie notti. Se per cena indulgo in una pepata di cozze d’antipasto più una carbonara che al massimo raggiunge i due etti e per secondo tre peperoni farciti con pancetta e pecorino, il tutto bagnato da pochi calici di un leggero amarone, draghi e fantasmi si divertono poi a tormentare il mio sonno fino all’alba.
L’altra notte, pensate un po’, ho sognato di essere sul punto di morire. Ma non era questo l’evento più agghiacciante dell’onirica tragedia. Peggio: ho sognato che sarei morto democristiano. Ad accompagnarmi all‘altro mondo non era però quella familiare Dc di un tempo, quella degli Andreotti, Fanfani, Forlani, di quei democristri che furono in grado di governare e di fare anche qualcosa di buono per il Paese. No, nell’incubo prendeva corpo un’ incredibile dc dei tempi nostri, con leader improbabili eppure possibili: Di Maio, Conte, Renzi, Toti accompagnati da nipotini di Berlusconi. Insomma un’inedita balena bianca che era riuscita ad impossessarsi di un drago, anzi leggi al plurale: un Draghi, sì proprio di Mario Draghi.
Si era concretizzato nel mio incubo il progetto neocentrista, a coronamento dell’epico disinballaggio dei cartoni già da tempo pubblicizzati e pronti a essere trasferiti dal Quirinale nella casa in affitto.
In verità non avevano fatto tutto da soli i centristi novelli assieme al Letta minore. Una mano gliel’aveva data un irriducibile rivoluzionario barbuto, forse affascinato da un futuro libero dall’assillo inquietante di una donna che lo aveva fatto sentire come un uomo di secondo piano, un capitano sì, ma della riserva.
Nel mio incubo il resuscitato centro impossessandosi di Dragli, con l’aiuto della sinistra e l’astensione di qualche altro, aveva vinto le elezioni del ’23. Confermati a vita il presidente del consiglio e Mattarella al Quirinale fino all’ottantasettesimo compleanno e, perché no – non mettiamo limiti alla provvidenza – fino al novantaquattresimo. Poi chi vivrà vedrà, ne vedrà delle belle.
Basta con le cozze e i peperoni a cena. Basta con gli incubi. Voglio sognare. Giorgia, fammi sognare.
*Angelo Belmonte, giornalista parlamentare