Evviva la "pax siciliana": adesso il centrodestra completi l’opera (alle Politiche)
Com’era triste lo scorso anno quella primavera al tramonto, quando a Roma una destra in frantumi regalò alla Raggi il Campidoglio. Passi che i moderati di Forza Italia avessero puntato su Alfio Marchini rispettabile moderato ma lontano da un’identità di centrodestra. Ma quanto amaro fu vedere fratelli di sangue a destra convergere su Marchini e determinare la sconfitta della leader di Fratelli d’Italia. E sentire Alessandra Mussolini vantarsi di essere scesa in campo solo per fermare il cammino della Meloni. Incubi di una notte passata.
Oggi in Sicilia è un altro giorno. Il centro berlusconiano ritrova l’unita con la destra, così come sul nome di Nello Musumeci la destra archivia rancori, dispetti e ripicche interne. E Berlusconi, convinto soprattutto dai sondaggi ma anche dalla determinazione di Fratelli d’Italia e della Lega, infine esulta per la scelta comune. Si apre una pagina nuova, si riaccendono speranze e si auspicano certezze.
Si è interrotta per frana l’autostrada aperta che stava per trasportare i grillini ai vertici della Regione Sicilia e più avanti chissà dove. Né grilli, né cicale. C’è un popolo che non ne può più e che dalla Sicilia si incamminerà verso Roma per asfaltare Renzi, il Pd, e il comico di turno. La ricreazione sta per finire. Dalla Sicilia verso il Nord, l’unità nazionale e identitaria questa volta parte dal Sud. Speranze o certezze.
Il candidato ha le carte in regola per rappresentare la svolta in Sicilia e far avviare il nuovo corso di una coalizione che dovrà essere in grado l’anno prossimo di assumere le redini di un paese disastrato da anni di centrosinistra imposto dal Quirinale e non scelto dagli elettori. Ma le speranze non si concretizzano senza una volontà costruttiva.
Le anime del centro e della destra dovranno replicare sul piano nazionale l’unità raggiunta in Sicilia. Compito quest’ultimo facilitato anche dalle capacità politiche, umane e personali del candidato Nello Musumeci sul cui nome unanime è risultato infine il consenso. Analogo candidato, che goda di una larga fiducia al centro come a destra, cercasi per le elezioni politiche. Con o senza primarie. Primaria è la capacità che dovrà avere il nuovo leader di impersonare la rabbia e la speranza di un popolo che vuole risorgere.
*Angelo Belmonte, giornalista parlamentare