George W. Bush – Portraits of Courage, 2017
Dopo la prima da uomo d’affari, la seconda da politico, George W. Bush, lasciata la Casa Bianca nel 2009 ne ha iniziata una terza di vita. Quella per la pittura, che inizialmente era una passione, si è trasformata in un’attività impegnativa in un ambito che non fa sconti neanche ad un uomo di potere. Dopo la gavetta trascorsa a dipingere la propria vita quotidiana da ex presidente, W., come lo chiamano gli amici, ha trovato un linguaggio ed un’allegoria che nell’arte contemporanea fanno la differenza tra un dilettante ed un artista con il bollino dei così detti radical chic che a riguardo hanno potere di vita e di morte. Dopo una prima mostra personale nel 2014, con i ritratti dei grandi della Terra, nel 2017 W. inaugura Portraits of Courage che è una galleria di 66 immagini di veterani della guerra in Iraq. Volti affaticati che hanno lottato per la difesa dell’Occidente. “Ho conosciuto tutte le persone che ho dipinto” confessò alla NBC. “Mentre realizzavo le mie opere pensavo alla loro vicenda personale, al servizio che hanno prestato, alle ferite che hanno riportato, ai ricoveri in ospedale…”.
Un lavoro importante quello di W., che rende onore a chi lotta in trincea e non a caso il ricavato delle vendite delle opere è stato devoluto ai veterani in difficoltà. Oggi viviamo un’altra guerra che è contro un terribile virus e tutto il personale sanitario è l’esercito in trincea che non conosce orari, che in alcuni casi si infetta per curare il prossimo, che dedica ogni respiro per combattere il grande nemico da cui difenderci. W. con i suoi Portraits of Courage ci ha insegnato a non dimenticare e a celebrare chi si è sacrificato per noi; sarebbe bello se un giorno, quando questo periodo sarà solo un ricordo, i medici, gli infermieri e gli ausiliari sanitari saranno ricordati e celebrati senza retorica: da eroi in un mondo che troppo spesso tende a dimenticare il passato anche recente, incapace così di interpretare il presente e censurando inevitabilmente il futuro.