Giampaolo Pansa svelò il sangue dei vinti
Mostrò l’altro volto di “bella ciao” che bella sempre non fu. “Giampaolo Pansa? Non lo voglio sentire! ” Chi ha lavorato in Rai può testimoniare quale fosse il grado di tolleranza nei confronti di un uomo di sinistra, scrittore e giornalista di rango, punta di diamante per anni della stampa democratica e antifascista, dall’Espresso di cui fu condirettore a Repubblica di cui fu vice di Scalfari. Ma da quando si mise in testa di raccontare tutta la verità sulla lotta partigiana, in particolare sui crimini commessi dopo il 25 aprile, Giampaolo Pansa divenne solo il traditore, il nuovo Giuda.
Oggi che è morto non fa più paura e c’è chi ricorda la sua genialità, le immagini indelebili della prima repubblica, la Dc balena bianca , Forlani consiglio mannaro, le truppe mastellate nell’era di De Mita. I suoi libri sulla Resistenza solo oggi vengono definiti controversi mentre ieri li definivano bestemmie. Il castigo maggiore quando uno muore è quello di essere sepolto anche dalla retorica.
A me Giampaolo Pansa piace ricordarlo sotto un aspetto che forse pochi conoscono: il suo odio-amore con il barone Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse, nobile di Casale Monferrato. Il loro paese era l’unica cosa che avevamo in comune.
I due da giovani si trovavano spesso lungo il corso cittadino a parlare, cioè a polemizzare, diciamo pure a litigare. Giampaolo era figlio d un’operaio delle poste, Tomaso, dai molti cognomi, era il signore di quelle terre. Il giovane Giampaolo guardava a sinistra. Tomaso era il missino sempre pronto allo scontro fisico coi comunisti. Ma che poteva permettersi altre evasioni negate a Pansa: Portofino, Saint Tropez, il Number One a Roma o la Canzone del Mare a Capri con Rosa Fumetto o in compagnia di Gigi Rizzo.
L’amicizia-inimicizia durò negli anni. Me li ricordo i due a scherzare e polemizzare alla buvette di Montecitorio o sui divani del Corridoio dei passi peduti. Pansa ormai grande giornalista, Staiti parlamentare del Movimento Sociale, ma all’opposizione interna nel MSI di Almirante, esigua opposizione all’epoca: soltanto lui.
Pansa e Staiti: vite parallele. Quando la destra entrò nelle stanze di governo, Staiti restò fuori, era nato solo per fare opposizione. Anche Giampaolo Pansa finì all’opposizione, all’opposizione di quei poteri forti che controllano l’informazione e che oggi fanno finta di piangerlo.
*Angelo Belmonte, giornalista parlamentare