«I padroni del caos». Come l’Ue anestetizza le nazioni e "l’idea" d’Europa
La presentazione dell’opera I padroni del caos di Renato Cristin, tenutasi presso la Sala Capitolare del Chiostro Del Convento di Santa Maria sopra Minerva, sede del Senato, non poteva svolgersi in una congiuntura temporale più adatta, considerati i recenti fatti della nave Aquarius, che hanno spinto l’Italia a puntare i piedi, giustamente, con quelli che dovrebbero essere i suoi alleati europei.
Il libro di Cristin, infatti, è un’analisi critica delle istituzioni comunitarie le quali, tramite l’uso di una burocrazia elefantiaca, anestetizzano la coscienza dei popoli europei, imponendo – come sostiene l’autore – «il politicamente corretto e l’accoglienza dell’altro, extraeuropeo, negando la nostra identità e producendo il caos come orizzonte storico concreto». Per Renato Cristin, professore di Ermeneutica filosofica all’Università di Trieste, nonché direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino e direttore scientifico della Fondazione Liberal, i padroni del caos (dal greco: “Cháos”, “Voragine”) sono i sostenitori dell’ideologia europeista che, a partire dagli anni ‘60, hanno imposto un pensiero anti-occidentale finalizzato alla dissoluzione dei popoli e delle nazioni d’Europa e alla creazione di un pericoloso vuoto identitario.
Nel corso della presentazione, interessante è stato l’intervento introduttivo di Marco Marsilio il quale ha ricordato che, tra gli anni ‘80 e ‘90, proprio l’Italia, tra lo scetticismo degli altri paesi europei, fu sostenitrice di quell’Unione Europea, tramutatasi, tuttavia, in una “gabbia” con una legislazione – sostiene Marsilio – «straripante e incontrollata» che oggi soffoca il nostro paese. Se Marsilio ha utilizzato la metafora della gabbia, Renato Cristin, invece, ha parlato di una patologia medica, di un “virus” dell’anti-identitario, che necessita di una rapida diagnosi, per capire come si è potuto originare, e quindi di una cura. A suo dire l’Europa sgretola le identità nazionali e noi Stato italiano dobbiamo decidere se opporci a questo virus, oppure lasciarci inesorabilmente infettare, perdendo così la nostra identità nazionale a favore di una burocratica idea europea.
È proprio sull’esistenza di quell’identità europea che oggi dovremmo tutti interrogarci – precisa Ferdinando Adornato – il quale, nel suo intervento, cita quel passaggio dell’Amleto di Shakespeare in cui il protagonista pronuncia la celebre frase interrogativa: «Essere o non essere?», proprio a voler sottolineare il primato del dubbio riguardo la nascita di un’identità europea. Esiste o non esiste? Per Friedrich Hegel – ha ricordato Adornato – «esiste uno spirito europeo, consistente nell’innalzamento del particolare sull’universale», ovvero la superiorità del singolo uomo, custode nel suo spirito della grande cultura europea, nei confronti dell’universo. Una vera e autentica identità europea, invece, storicamente non è mai esistita e questo è da ricondurre ai numerosi contrasti sorti nei secoli tra i popoli di Europa.
Contrasti che ancora oggi ci sono e che l’Unione Europea non è in grado di livellare. La questione immigrati sorta in questi giorni ne è la prova e lo specifica, con il suo discorso, Giorgia Meloni che considera “I padroni del caos” il libro manifesto di Fratelli d’Italia. «Il tema della difesa dell’identità, che emerge nel libro, è un punto centrale del pensiero di FdI ed è la grande questione alla base di tutte le criticità che l’Italia sta affrontando senza l’aiuto dell’Europa. L’unica Europa giusta sarebbe quella composta da stati liberi e sovrani» ha affermato la leader di Fratelli d’Italia che, riguardo la vicenda Aquarius, oltre a respingere le pesanti accuse del presidente francese Emmanuel Macron, ha concluso: «Combattiamo con forza chi gestisce l’immigrazione incontrollata con lo scopo di drogare il mercato del lavoro, introducendo in esso manodopera sottopagata».
*Alessandro Boccia, collaboratore Charta minuta