Il lunedì letterario con Alessio Postiglione
La recente querelle sulla super Lega di ha acceso i riflettori sulla dimensione geopolitica del pallone. A illuminare ulteriormente questi aspetti contribuisce il recente libro Calcio&geopolitica. Come e perché i Paesi e le potenze usano il calcio per i loro interessi geopolitici” (Edizioni Mondo Nuovo), di Alessio Postiglione, Valerio Mancini e Narcis Pallarès.
Gli autori ripercorrono l’evoluzione del calcio, da rito collettivo della classe operaia, legato alla dimensione identitaria, lo sport degli anni ‘70, a consumo borghese individuale fruito attraverso la televisione e legato alle logiche di mercato, tipiche dell’oggi. Allorquando i fondi emiratini piuttosto investono su brand globali che hanno completamente reciso il legame fra tifoso e campanile, perché l’Inter ha più tifosi in Cina che a Milano. L’evoluzione del calcio identitario parte da un processo di commodificazione tipico del capitalismo finanziario; un processo che coincide con la crisi dello Stato nazione e l’avvento di un nuovo ordine globale.