Il Paese deve ripartire, sbloccate le regioni
Gentile Senatore,
sono un cittadino italiano, ho venticinque anni e vivo vicino Ancona. Sono stanco, sofferente e parecchio arrabbiato.
Intanto le rivolgo la mia stima per la battaglia che quotidianamente sta portando avanti contro questo governo incapace e delinquente, che ci porterà, lentamente e dolorosamente, alla morte. Estendo i complimenti a tutto il suo gruppo parlamentare per le battaglie quotidiane.
Tutto è iniziato con un’emergenza che doveva giustamente essere arginata ed ora si è trasformato tutto in una situazione kafkiana e assurda: quotidianamente vediamo le nostre libertà fondamentali, garantite dalla nostra Costituzione, calpestate e derise. Un governo che di fatto ha abdicato, ha preferito affidare le scelte per il futuro dell’Italia ad un comitato, composto da non-eletti e non-voluti, che giorno dopo giorno detta legge con forza ed efficacia più del governo; la funzione esecutiva non ce l’ha più il governo, in questa fase, ma è stata accentrata nelle mani di virologi, tecnici, economisti, “esperti” e task force, tutti pagati da noi cittadini, i quali per orgoglio personale e visibilità getteranno nel baratro questo paese, il nostro fra poco “ex” bel paese, con la sua cultura, le sue tradizioni, la sua storia. Il tutto distrutto da un tizio che si definiva avvocato del popolo ma che di fatto incarna l’immagine perfetta di un azzeccagarbugli della peggior specie: decreti illegittimi, comunicazione vaga, ondivaga, incerta, smidollatezza totale ed incapacità di scelta.
Allora io voglio incitarla, a lei e a tutto il suo gruppo, a continuare con la sua battaglia.
Il paese deve ripartire. Non possiamo più aspettare. Dobbiamo, in sicurezza e con tutti gli accorgimenti del caso, tornare a nuova normalità; la mortalità a causa del coronavirus è e sarà niente rispetto ai morti di suicidio, di stenti e a tutti coloro i quali si ammaleranno di patologie psichiatriche gravi. Organizzazioni sanitarie e psichiatriche affermano che quasi il 70% della popolazione svilupperà patologie legate all’ansia ed alla depressione. Non è per niente logico, né morale, pensare di occuparsi solo della salute “fisica” tralasciando i fondamentali aspetti psichici ed esistenziali.
Occorre riaprire, ripartire progressivamente, ma ripartire. Non possiamo continuare con questi blocchi. Le chiedo gentilmente di insistere sulla questione del blocco delle regioni. Continuare a bloccarci, a confinarci, dentro le nostre regioni non ha alcun senso. Come possono guadagnare gli alberghi? Con le persone che risiedono nella stessa città in cui l’albergo è situato o con persone che vivono comunque nei pressi di tale zona? E’ evidente che questo non può funzionare. Se lei vive in Veneto, difficilmente andrà in un albergo nel Veneto, perché ha già casa sua in quella zona; se lei vive a Firenze andrà con molta meno frequenza in un ristorante fiorentino rispetto a quanto farebbe un turista; se lei vive a Genova sarà già stato, probabilmente molte volte, all’acquario e quindi non ci andrà nuovamente, non pagherà un altro biglietto per andarvi; se lei vive in una regione come il Trentino Alto Adige vorrà andare al mare, sarà probabilmente stanco della montagna; se lei vive a Napoli difficilmente entrerà in un negozio di souvenir a fare acquisti; se vive in Sardegna non andrà a fare il tour turistico con i traghetti locali perché conosce bene la sua zona. E così via…
I ristoranti, i bar, le trattorie, gli alberghi, gli stabilimenti balneari, i negozi, le boutique, i trasporti (via terra; via mare; aerei) funzionano se c’è circolazione, se la gente può muoversi e andare in giro. Il turismo si fa ripartire aprendo tutte le regioni e dando la possibilità alle persone di poter liberamente circolare in tutto il territorio nazionale, anche perché ci sono molti che hanno la compagna, il partner, i nipoti, i genitori, i figli, amici cari che si trovano in altre regioni rispetto a quella propria.
E allora, vi prego, battetevi in questo senso, insistete, martellate. Fatelo nella stessa modalità, degna della migliore strategia della tensione, con cui questo governo sta affrontando la situazione: non mollate ed insistete sulla riapertura immediata delle regioni; dobbiamo poter circolare liberamente.
Mai più dovrà ripetersi una situazione così grave, di inaudite violazioni delle libertà personali. Mai più. E’, questa, una macchia immensa che segnerà per sempre questo paese e saremo nei libri di storia. Ma faremo parte di un paragrafo molto brutto, triste, che non potremo che ricordare con sdegno e malumore.
Se vuole, questa lettera, può leggerla in Senato, durante un suo discorso.