Il sistema Italia vince con innovazione e internazionalizzazione
La sfida del sistema Italia si vince nel teatro della competizione internazionale. Oggi è sempre più chiaro che non possa che essere così. Ed è proprio forte di questa consapevolezza che la fondazione Farefuturo spinge il suo sguardo verso il cuore dei Balcani, la frontiera orientale d’Europa, ponendo la sua attenzione in particolare sulle realtà economica politica e culturale di Serbia e Romania.
Nei Balcani le nostre imprese sono già al primo posto e questo consente loro di essere più competitive nei mercati globali e rende sinergie, alleanze e strategie economiche con tali paesi specialmente auspicabili e interessanti. È per esplorare a fondo queste possibilità che la Fondazione Farefuturo, nella persona del suo presidente Adolfo Urso (che interviene nella prima sessione dei lavori dal titolo “L’Italia in Serbia, una partnership forte al centro dei Balcani”), partecipa martedì 27 marzo alle ore 15 a Belgrado, presso l’Hotel Moskva, alla presentazione di Confindustria Serbia, l’associazione degli imprenditori italiani in Serbia, che aderisce al sistema confindustriale e nasce dall’esperienza associativa triennale di Sistema.
Prendono parte ai lavori (tradotti simultaneamente in italiano e serbo) esperti del settore finanziario, per illustrare strumenti e agevolazioni a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese italiane in Serbia. L’evento fondativo, organizzato in collaborazione anche con Confindustria Balcani, è di alto profilo istituzionale ed è occasione di incontro per tutte le aziende italiane, che guardano a Belgrado come a una piattaforma produttiva importante, un mercato di espansione per le proprie attività all’estero e uno stimolante terreno di sfide e opportunità.
I numeri dello scambio economico Italia-serbia sono peraltro ottimi: l’interscambio nel 2011 è cresciuto di circa il 15% per complessivi 2,2 miliardi di euro; in Serbia si contano circa 500 aziende a partecipazione italiana, con un giro d’affari di 2,4 miliardi di euro e complessivi 20.000 addetti. E Germania e Russia, che pure ci precedono per l’interscambio, hanno tuttavia un nemero di investimenti diretti inferiore. I settori nei quali si attesta la presenza italiana in Serbia sono inoltre vari e molteplici: bancario, assicurativo, tessile, del legno e degli arredi, agroalimentare, energetico e automobilistico (con l’investimento simbolo della Fiat).
Lo stesso animus ha ispirato anche l’organizzazione del meeting sul modello dei distretti industriali italiani, che ha luogo in Romania, a Timisoara, mercoledì 28 marzo alle ore 15. Tra altri esponenti di rilievo del panorama politico-economico rumeno, prendono parte all’incontro il presidente di Farefuturo Adolfo Urso e Teodor Baconschi, il presidente della Fondazione rumena Democratico-Cristiana con sede a Bucarest, che con Farefuturo nel gennaio scorso ha siglato un protocollo di collaborazione. Una sinergia nata soprattutto per sostenere la promozione di una visione politica di centrodestra, che sia sostenuta dai valori fondamentali che hanno costruito l’Europa: dignità e libertà della persona, bene comune, educazione e famiglia, patriottismo costituzionale, responsabilità civica, cultura della memoria, assunzione della tradizione cristiana, tutela del patrimonio nazionale, rispetto per la diversità dei valori e delle convinzioni religiose, affermazione della meritocrazia in tutti gli ambiti, a partire da quello politico, accademico e corporativistico.
Innovazione e internazionalizzazione sono i binari su cui può crescere l’impresa Italia, ed è su queste sfide della modernità che Farefuturo concentra la sua agenda più prossima, per cominciare con il workshop di giovedì 29 marzo sulla banda larga, la innovativa rete su cui viaggia la modernità, e con l’incontro con Confindustria Serbia e quello sui distretti industriali italiani all’estero, esperienze di internazionalizzazione vincente.