Intervenire subito per evitare il baratro
Caro Direttore,
Scrivo due righe come si faceva una volta, non un twitt né un inoltro di messaggi altrui perché, questo periodo disgraziato, ci dà l’opportunità di ragionare con un po’ di calma e soprattutto ci obbliga a delle profonde riflessioni.
Piu’ giorni passano in queste condizioni, piu’ ci accorgiamo che tutto assume un valore relativo perché quelle file di bare che escono dagli ospedali e cercano un luogo dove riposare meritano che stiamo almeno un po’ zitti per pregare, per finalmente capire cos’è che non va in questo mondo che pare, così all’improvviso scivolare in un baratro.
Dobbiamo alzare lo sguardo e provare con convinzione a disegnare un futuro migliore per i nostri figli altrimenti sarà un bagno di sangue per nulla.
Le riflessioni che generiamo di ora in ora, di Tg in Tg, nascono dalla nostra formazione, dalle nostre esperienze e dal nostro credo religioso ma anche dalla nostra forza che non trova pace e non si rassegna agli eventi e non sopporta di arrendersi. Da questo disastro dobbiamo cogliere lo stimolo per cambiare il nostro paese e rispettare di più questo mondo che ci ospita che forse oggi ci fa capire che e’ ora di finirla. Forse siamo noi a nostra volta il virus della terra? Sicuramente un mondo con troppi batteri e parassiti.
Inutile dire che il tema dell’ambiente e dell’inquinamento a livello globale debba essere monitorato e regolato da un organo sovranazionale così come appare chiaro che la tutela della salute pubblica debba passare attraverso un monitoraggio anche degli studi scientifici che vengono fatti in tutti i laboratori del mondo senza limitarsi a valutare se l’Iran stia o meno andando verso un arricchimento dell’uranio o no. Non è quella, purtroppo, l’unica minaccia.
Cosa mi sembra utile rilevare in questi giorni? Mi vengono delle idee, certo incomplete e in ordine sparso.
A livello politico, per quanto sia un’analisi superficiale, la prima cosa che noto è che i vecchi partiti non servono più; molti di loro esistono solo perché hanno dei parlamentari che occupano degli spazi in parlamento ma di fatto sono specie in estinzione; altri, come la Lega ma in particolare Salvini, cercano una collocazione sbandando nel centrodestra, cercando di calcare vecchie e nuove caselle, rimasti orfani dei loro cavalli di battaglia legati all’immigrazione e alla sicurezza. Meglio sarebbe che lui lasciasse spazio anche a qualcuno più credibile.
Cosa servirebbe?: un leader assoluto, un tecnico forse o un triunvirato? Qualcosa con poteri assoluti o quasi, almeno per un po’. Comunque non si vorrà fare. Allora parliamo di un centrodestra unito con un’unica voce anche fisicamente, la gente e io in primis non ne può più di sentire troppe persone che parlano. Ci vuole uno che si prenda la responsabilità di dire le cose pensando a quello che dice. Ci pensa, poi parla come se scrivesse! Senza fare il commentatore della battuta degli altri come va per la maggiore oggi dove tra tweet, link, whatsapp e facebook non ci si capisce più nulla.
Vogliamo gente che fa discorsi, non twitta. La Meloni è l’unica competente e un suo discorso ha un capo e una coda. Si può essere d’accordo o no ma sicuramente è un pensiero ragionato, è frutto di una linea politica. La si può registrare e là si ritroverà dopo tempo sempre coerente.
Peccato che non mi è simpatica ma non credo che sia in generale la sua forza.
Non parliamo del partito democratico e dei cinque stelle dove vedo solo una figura come De Luca in grado di avere una certa presenza scenica e preparazione. Ma ormai anche lui è fuori gioco.
Pare poi, in questi giorni, che non serva avere un numero di parlamentari molto grande, anzi il parlamento forse funziona meno peggio con la metà degli spazi vuoti. Personalmente sarei anche più radicale essendo diventato ormai, antidemocratico.
Ruolo delle associazioni, Confindustria, Ance, sindacati eccetera.
Servirebbe un maggior coinvolgimento nello studio dei provvedimenti, delle leggi e delle soluzioni in generale che l’emergenza impone per una ripartenza spedita della produzione nell’intento anche di salvare l’occupazione altrimenti compromessa dalla crisi.
Inutile sperare che le aziende vengano obbligate a tenersi sul groppone della gente se non vedono il futuro. Vogliamo vedere qualche idea per la ripartenza anche per trovare motivazione e speranza, per tenere duro questi mesi che ci vedranno comunque soffrire in silenzio.
Semplificazione e sburocratizzazione . Poteri in deroga per superare i tempi delle autorizzazioni, per superare i 1000 balzelli burocratici che rallentano ogni lavoro, ogni lottizzazione, che non permettono alle strade di raggiungere gli stabilimenti, che non permettono di dragare i porti, quegli stessi porte che portano quelle navi che alimentano processi produttivi, quelle industrie che non possono ripartire e non possono far lavorare gli operai perché ci sono i burocrati che impiegano anni per decidere su cavolate, talvolta rinviando per mesi e mesi le decisioni.
Ci sono casi veramente paradossali. Ci sono società che abbandonano l’Italia perché non possono transitare con le loro merci perché non ci sono i porti che li accolgono, perché non ci sono le reti ferroviarie che distribuiscono le loro merci e quindi preferiscono andare nel nord Europa. Abbiamo desertificato industrialmente l’Italia.
Tornando agli appalti pubblici, dobbiamo procedere con l’assegnazione di appalti in tempi molto più rapidi. Imporre tempi di esecuzione certi, garantiti, fermare lo scellerato ribasso che fa solo il male delle imprese. Non è competizione, è una lotta per vedere chi è più folle, chi vuole morire prima.
Questo soprattutto perché all’interno delle amministrazione ci sono i burocrati, cosiddetti responsabili dei procedimenti, che dovrebbero essere persone responsabili e preparate, i quali, spesso incapaci invece di prendersi le responsabilità del loro ruolo, bloccano ogni possibile dialogo con l’azienda, protraendo condizioni vessatorie alle aziende talvolta illudendole verbalmente per poi invece incastrarle verso la fine dei lavori con penali e indicibili ricatti.
Vanno estirpati come l’erba infestante. Ne vedo di tutti colori perciò non ti voglio tediare con casi specifici. Un tema però permettimi di accennarlo sul contenzioso per le riserve che iscriviamo durante il corso dei lavori per tutti gli eventi imprevedibili che capitano nei LL.PP.: l’accordo bonario previsto dall’art. 205 del codice appalti, deve funzionare meglio ed essere davvero vincolante per l’amministrazione, altrimenti è solo un modo per perdere dei mesi di tempo e far spendere soldi.
Comunque il male superiore è sempre lo sconto con cui le aziende prendono i lavori. Se c’è una base d’asta che viene reputata congrua perché bisogna spingersi a fare il 20 il 30 o il 40 di sconto? Perché non porre davanti a tutto solo delle valutazioni soggettive sulle caratteristiche dell’impresa e non sul prezzo? Così le aziende si doterebbero di macchine, di stabilimenti, di operai fissi, di impiegati, di tecnici ed ingegneri che, mantenendo fissi nella loro struttura, costituirebbero così il fondamento della competitività aziendale.
Rifiuti, bollette energia e ambiente.
Sui rifiuti individuare un’unica strategia nazionale. Inutile sperare di superare interessi locali o l’ignoranza di molti che non capiscono la necessità di una minima dotazione di impianti di trattamento in ogni singola regione. Ecoballe che girano da una parte all’altra dell’Italia e tariffe sui rifiuti più alte laddove i redditi sono proprio i più bassi. Perche’ al sud non si riescono a fare impianti?
Sembra una guerra che non si può vincere soprattutto perché troppe sono le autorizzazioni e i vincoli che vengono posti, così come la possibilità di ognuno di fare ricorso e bloccare tutto. Parlo di discariche, di centri di trattamento dell’umido, di rifiuti da riciclare e di termovalorizzatori.
Se ne devono individuare e costruire un tot per ogni zona d’Italia. Chi non provvede deve andare in galera veramente perché non agendo, porta inquinamento, porta sporco per le strade, fa spendere di più ai cittadini e non permette l’uso di energie che provengono da fonti rinnovabili come quelle dei termovalorizzatori o dal bio metano che deriva dai rifiuti umidi. Abbiamo già visto perché non vogliono trovare soluzioni. L’interesse è quello di spargere a terra i rifiuti e così contaminare l’acqua delle nostre falde. Costa meno fare così, se sei un delinquente.
A proposito di acqua, anche in questo caso vanno aumentate tutte azioni per costruire depuratori obbligatoriamente entro tempi certi e determinati. Anni e anni che se ne sta parlando e ancora ci sono acquedotti che perdono il 70% dell’acqua per la strada e falde che vengono inquinate senza distinzione geografica. Non parliamo delle multe poi dell’unione europea e dei fondi che non utilizziamo.
Mobilità.
Lo smart working ci ha insegnato che forse tanti spostamenti si possono evitare, soprattutto se l’amministrazione risponde a tutti e in tempi certi in modo esaustivo. Bisogna far risparmiare alla gente gli spostamenti inutili per poi fare lunghe code, per perdere giornate di lavoro anche solo per chiedere documenti o per fare semplici iscrizioni.
Bisogna evitare anche alle aziende di mandare continuamente in giro i propri dirigenti per parlare con le amministrazioni che poi ti lasciano ore ed ore ad aspettare i loro comodi, che non rispettano gli appuntamenti, che spesso ti lasciano senza una risposta nonostante tu sia andato lì una, due, tre volte implorando un po’ d’attenzione. Che rimanga almeno tracciata la loro inettitudine.
Tornando agli spostamenti, forse andare in macchina al lavoro tutti giorni non è così necessario, va incentivato lo smartworking, così si consuma meno, si inquina meno, si occupano meno uffici che non vengono così raffrescati e riscaldati oppure possono essere condivisi a giornate alterne anche con altri colleghi.
Incentivare poi le auto elettriche costruendo però le stazioni di ricarica in ogni dove, senno’ chi le compra deve essere solamente un pazzo. Parlo per esperienza in quanto ho provato una Nissan elettrica e dopo 100 km l’ho dovuta lasciare in un’altra città perché non trovavo una ricarica adeguata, cioè quelle rapide, la spina di casa ci mette 8 ore, mi vien da ridere.
Per quanto riguarda le centrali di produzione di energia, ambito in cui non sono certo un esperto ma, a buon senso penso che un ridisegno totale andrebbe fatto partendo dal premiare le centrali molto vicine alle città alimentate a gas, oppure utilizzando l’energia dei termovalorizzatori di cui si parlava prima e poi, nei centri isolati, creare delle zone autosufficienti, in buona parte almeno, con l’aiuto di ogni fonte rinnovabile, solare, eolica, idro elettrica così da diminuire i costi delle reti tradizionali che vanno ovviamente raggiunte ma solo per poter garantire un approvvigionamento di sicurezza che non costituisce la loro normale od unica fonte. Così si diminuirebbero anche i costi di distribuzione che tanto influenzano le nostre bollette.
Aiutiamo il partenariato pubblico- privato.
Facciamo entrare i privati nelle operazioni ma aiutiamoli anche ad attrarre anche altri capitali oltre che i loro risparmi, cerchiamo quindi dei meccanismi che fungano da attrattore e moltiplicatore di operazioni. I mini bond ad esempio per finanziare i project finance vanno incentivati ma con una garanzia statale su un minimo di resa o anche con un paracadute assicurativo in caso di default. Oppure trasformare in PF in cosiddetti Project freddi, cioè annullando di fatto il rischio della mancata riscossione dei biglietti o della tariffa in generale.
Nella costruzione ad esempio di progetto stradale per infrastrutture non autostradali si potrebbe utilizzare il cosiddetto free-flow a patto che essendoci libertà di movimento senza sbarra e quindi non essendoci possibilità di fare il blocco di chi non paga e nemmeno di fare le multe, si riconosca sulla media dei passaggi, da parte del pubblico, una tariffa fissa.
Infine, tornando alla politica, perché possa di nuovo dimostrare il suo valore, un’idea che forse, come si fa nelle aziende, andrebbe bene anche nei partiti e tra di essi. Perché non selezionare degli esperti all’interno per aree di competenza e farli sedere tutti intorno ad un tavolo affinchè trovino ricette, soluzioni e producano un vademecum, senza avere davanti microfoni, videocamere eccetera perché in questo momento serve competenza, unità e umiltà. Le sparate alla “getto la qualunque” e i populismi di destra e di sinistra hanno fatto il loro tempo. Strategia è guardare avanti, la democrazia cosiddetta barometrica porterà al collasso.
Dobbiamo pensare ai prossimi 100 anni, non alle prossime elezioni.
L’augurio a tutti noi è quello di vedere insieme tempi migliori.
Andrea Vittadello
Imprenditore nel settore delle costruzioni.