La quarantena della nostra vita con Sant’Agostino
Scambiarsi la palma. È stato sempre un gesto di pace per credenti e laici. Senza il ramoscello di ulivo è una domenica delle palme da dimenticare o forse da ricordare per sempre. Perchè questa che stiamo attraversando è l’indimenticabile quarantena della nostra vita che segnerà comunque e per sempre il nostro modo di esistere.
In una società laicizzata, riappare la voglia del sacro. Riaprire le chiese almeno per Pasqua? Anche il desiderio di spiritualità diventa motivo di polemica politica. Come il diritto o l’opportunità di recitare l’Eterno Riposo in una trasmissione televisiva.
Già, la preghiera. A che serve pregare, può la fede fermare la strage? Se preghiamo Dio di allontanare la pandemia – dice un sacerdote – non dobbiamo aspettarci che piova dal cielo un esercito di angeli col vaccino. La preghiera non cambia la realtà, cambia noi stessi. Ci rende capaci di vincere le avversità perché con l’aiuto divino ci dà la forza di lottare, di impegnarsi con il sacrificio, la solidarietà. Belle parole ma sono un atto di fede. La ragione non coincide con i miracoli.
Esiste però anche una fede laica, quella di medici, infermieri, lavoratori – credenti o no – che mettono a rischio la propria vita e sono pronti al sacrificio estremo per aiutare gli altri.
“Prega come se tutto dipendesse da Dio, lavora come se tutto dipendesse da te” parole di Sant’Ignazio. Nei padri della Chiesa, in queste ore di smarrimento, sia credenti, sia agnostici o atei possono trovare quella risposta alla domanda dì spiritualità che la difficoltà di questa stagione sempre più accende negli animi.
Perché non scorrano invano questi giorni tutti uguali, vale rileggere il libro: “Le Confessioni” di Sant’Agostino, il racconto del cammino degli umili per trovare in Dio la verità. L’opera, scritta attorno all’anno 400, vuole essere una confessione dei propri peccati e insieme una manifestazione di lode e di ringraziamento alla Misericordia di Dio che libera il peccatore.
Nelle Confessioni, intese come testimonianze, Agostino affronta molti temi, tra i quali uno attuale in queste ore: il travaglio dell’intelligenza alle prese con gli irrisolvibili interrogativi esistenziali e con i limiti delle facoltà umane.
Resta tuttavia la difficoltà per la ragione e per la fede di capire o spiegare l’esistenza del male.
Dio sì, ma soprattutto l’uomo trovi nelle Confessioni. “Sono tempi cattivi dicono gli uomini. Viviamo bene i tempi e saranno buoni. Noi siamo i tempi”
E ancora: “ Chi conosce la verità conosce l’eternità” scrive Agostino d’Ippona, un peccatore come tutti diventato poi santo. Di lui mi piace ricordare il passo che sembra scritto oggi ed è valido sempre: “Se non viene rispettata la giustizia che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?”
Superbo messaggio da inviare ai grandi d’Europa che stanno per decidere se ci può essere aiuto e giustizia per i popoli che stanno soffrendo.
Domenica delle Palme. Un altro giorno di dolore. Ancora centinaia di morti. Per loro, per tutti i defunti, non può, non deve suscitare polemica pronunciare: “Requiem aeternam dona eis Domine, et lux perpetua luceat eis. Requiescant in pace”.