La UE e le tre profezie di Tremonti
L’orologio del diario dei giorni dell’emergenza segna oggi l’ora decisiva per la sopravvivenza dell’Unione Europea. Se non è in grado di trovare una soluzione per aiutare i popoli messi in ginocchio dal coronavirus, la bandiera azzurra con le stelline d’oro difficilmente continuerà a sventolare sui sentimenti e sulle speranze della gente.
È l’ora più difficile per l’Europa dei mercati e delle banche. Ed il de profundis ha già accompagnato il mondo della globalizzazione, definitivamente sepolto dal virus che sta cambiando il volto delle nazioni e dei popoli.
Ma che sta succedendo, che cosa accadrà? Diamo un’occhiata al il libro di Giulio Tremonti “Le tre profezie”.
In un racconto che intreccia la personale esperienza di studioso e di protagonista della politica , Tremonti cerca di far luce sulla crisi analizzando quelle che definisce tre grandi profezie. La prima: quella di Marx sulla deriva del capitalismo globale. Seconda profezia: quella del Faust di Goethe sul potere mefistofelico del denaro e sull’emergere di un mondo virtuale, di una economia alternativa dove il “digito ergo sum” soppianta il “cogito ergo sum”. Terza profezia: quella di Leopardi sul tramonto di una civiltà che diventa cosmopolita.
Tre chiavi di lettura sulla fine di trent’anni di globalizzazione, di quell’utopia del capitalismo globale sorta dalle macerie del muro di Berlino.
Tremonti spiega che Il comunismo ha perso perché si è rivelato come un’utopia terribile e irrealizzabile. Il mondo liberale ha perso, dopo aver vinto contro il comunismo, perché col suo tendere ad assolutizzarsi nella fede mercantilistica ha smarrito l’identità originaria. Ha creduto che il mercato da solo potesse essere la patria permanente e universale di ciascun uomo. È diventato insomma anch’esso utopia.
L’idea che aveva animato il globalismo partiva dalla considerazione che, se gli Stati avevano generato conflitti, la pace poteva essere garantita da un mercato che superasse i mercati. La crisi di sistema del 2008 ha rotto l’incantesimo, ha fatto perdere la fiducia della masse nei leader, i leader hanno perso la fiducia nella globalizzazione.
Si è costituito un mondo in cui tutto è globale: la migrazione delle masse, la rivoluzione digitale, gli equilibri internazionali, la degenerazione della finanza, la crisi generale della politica. La crescita della massa di debito ha portato alla crescita di cartamoneta svolazzante e libera sviluppata col meccanismo perverso del pagherò. Un meccanismo basato sulla digitalizzazione mondiale, non più strumento nelle mani del mercato, ma indipendente e carico di pericoli, che potrebbe precipitare e sommergerci.
Un panorama a tinte fosche quello che esce dal libro. Tremonti tuttavia, beato lui, si mostra ottimista. Confida nelle élite, “sempre nascoste e titubanti” le invita a farsi avanti e a “prendere per mano questa nostra patria martoriata”. Soluzione difficile per questa Repubblica Italiana che sempre più prossima a quegli ultimi anni della Repubblica di Weimar.