La via italiana alla globalizzazione
La quinta lezione del corso di formazione della Fondazione Farefuturo ha avuto come tema la Globalizzazione. La globalizzazione è un fenomeno che investe sia l’economia ovvero il mercato dei beni e del lavoro che il mercato dei capitali. Il relatore è stato il Prof. Beniamino Quintieri ordinario di economia e finanza internazionale presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, già presidente di SACE ed ICE.
Il punto di partenza è stata l’analisi dei dati dell’economia italiana negli ultimi 20 anni, si è evidenziato come il sistema economico del nostro paese sia cresciuto meno dei diretti concorrenti europei e si è notato come tutto questo ha impattato sul reddito medio. In un clima di indicatori negativi il commercio con l’estero ha segnato una crescita costante che ha progressivamente portato in attivo la bilancia commerciale. Il “Made in Italy” ha contributo alla tenuta del PIL ed ha determinato una selezione nell’ambito del sistema industriale.
Le imprese che hanno avuto la capacità di legarsi ai mercati internazionali sono riuscite a sopravvivere e ad evolversi, quelle che sono rimaste ancorate al mercato interno hanno vissuto una fase di stagnazione. In generale appare evidente come il limite de3l sistema industriale italiano non stia nella sua capacità di esportare ma nella produttività, una variabile la cui crescita è stata limitata nel tempo. Il Prof. Quintieri ha altresì notato come esiste una correlazione tra la polverizzazione del sistema economico ed il basso livello di produttività del nostro Paese.
Tra i partecipanti è intervenuto il dott. Andrea Giordani che ha evidenziato un rischio spesso sottovalutato della globalizzazione ovvero il trasferimento all’estero dei processi decisionali. Il prof. Quintieri ha sottolineato come questa preoccupazione sia molto fondata in quanto il valore aggiunto delle produzioni con la globalizzazione dei mercati è legato alla fase di pianificazione e progettazione e alla fase di commercializzazione dei prodotti ovvero i processi a monte e a valle del processo produttivo.
*Stefano Massari, collaboratore Charta minuta