LASCIATE STARE L’AL BANO NAZIONALE!
E’ notizia di queste ore che Albano Carrisi è stato inserito nella cosiddetta black list dal ministero della Cultura ucraino, in base alle richieste del Consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale dell’Ucraina, dei servizi di sicurezza ucraini e del Consiglio della Tv e Radio nazionali. In sostanza il cantante famoso per le sue canzoni come “Felicità”, “Libertà”, “Bella” e tante altre, per il regime di Kiev non è altro che un individuo considerato una minaccia alla sicurezza nazionale.
Scorgendoci sulle piattaforme social, appare evidente che il pubblico sia quasi divertito da questo accostamento tra intrattenimento e geopolitica. Si ride. Si sorride. Quasi increduli che un “un bicchiere di vino con un panino” possano essere considerati una minaccia per un governo che aspira a entrare nell’Unione Europea. Questa notizia, tra il lieve e il grave in realtà nasconde una questione non più rinviabile per il nostro Paese.
Parliamo di un paese che noi sosteniamo, paese che finanziamo, paese nostro amico, paese con il quale abbiamo importanti legami culturali, se non altro per la numerosa comunità ucraina presente in Italia, paese cristiano. L’Ucraina che noi amiamo e per la quale abbiamo addirittura introdotto dannose sanzioni economiche ad un nostro importante partner commerciale come le Russia. Può avere dunque, questo paese, una black list con diversi nomi italiani? Può continuare ad aspirare ad entrare nell’Unione Europea avendo e utilizzando “liste” in cui vengono inseriti nomi di cittadini italiani (e non solo) soltanto per aver detto un’opinione o come nel caso di AL BANO per avere vantato un’amicizia con il Presidente Putin? E’ Possibile che il nostro ministro degli esteri Moavero non chieda immediati chiarimenti all’ambasciatore ucraino in Italia? Possibile che si continui a far finta che in Ucraina non ci sia un pericoloso problema che riguarda i dubbi metodi utilizzati dal governo ucraino per fronteggiare una ipotetica propaganda filo-russa? Possibile che i nostri concittadini debbano essere inserti arbitrariamente in questa black list? Ma soprattutto è possibile tollerare che uno dei maggiori simboli della nostra cultura nazional-popolare possa essere umiliato in questo modo senza che il governo intervenga?
A tal proposito visto che l’Ucraina non sembra essere riconoscente verso il nostro Paese, sarebbe anche ora che Salvini dia una plausibile spiegazione sul motivo per il quale in campagna elettorale ha promesso di togliere il regime di sanzioni alla Federazione Russa e invece il governo italiano continua a sostenere le proroghe. Il prossimo appuntamento utile sarà il 31 luglio. Avrà Salvini il coraggio di mettere il veto sulla proroga di queste inutili sanzioni? C’è un tessuto produttivo che attende e merita una risposta. Se poi nel frattempo, riusciamo a chiedere spiegazioni al governo ucraino su queste inaccettabili black list sarebbe una cosa utile non solo a tutela dei nostri concittadini, ma anche della nostra dignità come Paese sovrano.
*Mario Presutti, collaboratore Charta minuta