Le nuove rotte sono sul Pacifico
Questa pandemia sta portando e ha portato con sé innumerevoli cambiamenti all’interno del contesto mondiale. Oltre ad aver stravolto radicalmente rapporti sociali e lavorativi, ha fatto venir meno un dogma: l’Occidente come centro del mondo. Un mondo, appunto, che ruotasse intorno all’Europa, ai suoi retaggi, alle sue tradizioni e molto spesso intorno anche ai suoi capricci.
Questa pandemia ha acceso riflettori su aree geografiche ben lontane da questo Occidente. Questa luce, sta illuminando aree rimaste prive di attenzione, isolate da molto tempo.
Tutto ciò sta facendo intravedere scenari geopolitici ben differenti rispetto a quelli solitamente visibili.
L’attenzione si sta spostando inevitabilmente sull’area Indo-pacifica ed in particolare modo sull’Oceano Pacifico. Ne è testimone il Quadrilateral Securityy Dialogue, in breve Quad, che dimostra come quattro paesi, Giappone, Australia, India e Stati Uniti, stiano collaborando per opporsi con decisione ai tentacoli della Belt and Road initiative dell’Impero Celeste.
Gli equilibri si stanno spostando e mutando, diversamente dalla prima guerra fredda, con estrema velocità.
Ne è esempio, il pubblico sberleffo che il Presidente indiano, Narendra Modi, manifestò alla Cina, dopo che bloccò con l’esercito la costruzione di infrastrutture promosse dai cinesi in Bhutan. Il tutto si risolse in modo pacifico, ma la contrapposizione non finì li. Sulle coste del Mar d’Arabia, infatti, si presentò Shizo Abe, presidente giapponese, con il quale Modi stipulò un accordo sugli Shinkansen, i treni ad alta velocità, l’agreement oltre ad essere un progetto ferroviario era un chiaro manifesto attraverso il quale la seconda e la terza potenza economica asiatica cercano un legame sempre più stretto, per contenere l’avanzata della prima e programmi – “imperialisti” agli occhi di Tokyo e Nuova Delhi – come la Nuova Via della Seta, promossa dalla Cina.
Tale intesa si sarebbe tradotta successivamente nel Quad. Nel quale entrarono, in un secondo momento, anche Usa e Australia. Quest’ultimo si staglia fortemente contro l’ultimo accordo internazionale promosso dalla Cina, al quale l’india si è prontamente sfilata all’ultimo.
Tale accordo, il RCEP, Regional Comprehensive Economic Partnership, è l’accordo commerciale più grande della storia, contando oltre un terzo della PIL mondiale e ben quindici stati (Cina, Indonesia, Cambogia, Brunei, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Sud Corea, Tailandia, Vietnam, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.
Entrambi gli accordi dimostrano come l’attenzione della geopolitica internazionale si stia spostando in questa area strategica e direttrice commerciale fondamentale. E anche se Wang Yi, ministro degli esteri cinese, definì il Quad “schiuma di mare”, Tokyo ha incrementato la politica di aiuti allo sviluppo, oltre 15,5 miliardi di dollari nel 2019, e ancora, Abe si è fatto garante di promuovere la Transpacific Partnership (TPP), accordo commerciale con 11 paesi del bacino del Pacifico. Ribadendo come il Quad sia ‘’il diamante della sicurezza democratica in Asia” e dimostrando la vocazione imperiale concorrenziale a quella della Cina.
Ciò denota come gli Stati Uniti rafforzeranno l’alleanza con l’India e ancor di più con il Giappone. Dando così, una priorità all’Asia, abbassando il valore strategico dell’Unione Europea.
Alla luce di ciò merita riflettere sul ruolo geopolitico e strategico europeo; se effettivamente questo spostamento dell’asse commerciale e strategico si concretizzasse all’interno del Quad, che destino attenderà l’Europa?
L’Europa sarà pronta a rispondere in modo compatto a questo cambiamento e a dimostrare all’America che solo un’intesa euroamericana ha la forza di bilanciare il potere cinese?
Solo un’Europa unità potrà veramente contare qualcosa nel prossimo futuro, ahimè attualmente questo sembra solamente un sogno o quanto meno un’idea ancora, purtroppo, molto lontana.
Ma se l’Europa non vuole essere schiacciata dai due iceberg che si stanno stagliando sull’orizzonte europeo, sarà bene che si sbrighi a cambiare rotta, sempre che non voglia far la fine del Comandante Edward John Smith.
*Riccardo Maria Vitali Casanuova, collaboratore Charta minuta