L’economia del mare dimenticata dal governo
L’economia del mare rappresenta oltre il due per cento del PIL ma è la “grande dimenticata” del governo nel cosiddetto “decreto rilancio”. Tutti d’accordo nella denuncia i partecipanti al webmeeting organizzato dalla Fondazione Farefuturo in occasione della presentazione online del Rapporto sullo sviluppo della “Blue economy” nel Mediterraneo che riproduce gli atti del meeting organizzato dalla Fondazione a Bari in occasione della Fiera del Levante dello scorso anno, insieme con la Regione, Delloite legal e Polis Avvocati.
Al meeting che si è svolto sulla piattaforma zoom hanno partecipato i principali protagonisti della “blie economy” italiana che si sono ritrovati sulla necessità di istituire un Ministero del mare, come propone il disegno di legge presentato al Senato dal presidemte della Fondazione Adolfo Urso, responsabile del Dipartimento Impresa di Fratelli d’Italia, il quale ha introdotto i lavori denunciando proprio “la insipienza del governo in materia, pur essendo il settore di grande rilevanza del made in Italy ed uno dei più colpiti dalla crisi che ha paralizzato la navigazione e che in alcuni campi, come in quello crocieristico, si ripercuoterà per tanti mesi ancora”.
“Chiediamo di riprendere almeno le crociere in Italia”, ha sollecitato l’avv. Corazza, rappresentante di Costa Crociere. “Sollecitiamo maggiore attenziome dal governo”, ha ribadito Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare e presidente di Confitarma. Con lui anche Cesare D’Amico, ceo della grande famiglia armatoriale D’Amico, e Luca Sisto, direttore di Confitarma. Sulla stessa linea Alessandro Ferrari, direttore di Assiterminal e gli altri operatori marittimi intervenuti.
La esigenze della filiera della pesca sono state evidenziata da Lugi Giannini, presidente di federpesca, che ha reclamato un ruolo positivo e non solo punitivo della Unione Europea, così come Mario Basurto in rappresentante di Confimi Industria. Nicola Boscolo Pecchie ha evidenziaro la esigenze della formazione e Paolo Quercia la grande importanza del Mediterraneo nella politica italiana. Di grande rilevo anche l’intervento dell’ambasciatore Daniele Bosio, che ha inquadrato la questione della legislazione sulle acque e sulle risorse marittime, cosi come del presidente di Fincantieri, Gianpiero Massolo, che ha ricordato come la cantieristica sia un gioiello della industria italiana, che traina il made in Italy con i suoi otto cantieri nazionali.
L’assessore al Turismo della Liguria Berrino ha assicurato che la Regione intende dare subito supporto alla economia del mare che rappresenta un volano di sviluppo da far ripartire già in questa stagione.
Le conclusioni le ha tratte il governatore della Siclia Nello Musumeci che ha invitato la Fondazione a realizzare il prossimo meeting a Palermo per predisporre insieme agli attori della economia marittima, cosi importante per la Sicilia, un progetto per fare dell’Isola l’hub del Mediterraneo per la “blue economy” anche al fine di intercettare il traffico marittimo che pur passando dal Canale di Suez poi finisce per arricchire i grandi porti del Nord Europa.
Serve una strategia che solo un Ministero del mare può restituire all’Italia.