Nessun pasto è gratis!
di Davide Burani – LaCosaBlu.it
Nessun pasto è gratis, prima o poi il conto da pagare arriva. E più tardi arriva, più è salato. Potrebbe essere uno dei modi con cui riassumere il lavoro di Matteo Borghi, intitolato “Italy, where Dems’ dreams die” che, armato di pazienza e dati alla mano, ha deciso di affondare la penna nelle mille inefficienze che contraddistinguono il nostro bellissimo (ma sventurato) Paese.
Dalla difesa alla sicurezza, dalle pensioni alla giustizia, passando per l’annoso tema del federalismo, sbandierato da molto ma davvero attuato da pochissimi, Borghi sviscera numeri e problemi, definendo un quadro complessivo che non può lasciare tranquilli, individuando colui che è il primo responsabile di questo stato delle cose: la mano pubblica.
Il sistema pubblico tanto osannato dai “progressisti”, quelli che spesa è sviluppo e giustizia sociale, viene demolito alla prova dei fatti: le inefficienze ci vengono servite ad un costo esorbitante, rendendo l’Italia al contempo uno dei Paesi con il livello dei servizi più basso e con il livello di tassazione più alta al mondo. I dati della Banca Mondiale sul Total Tax Rate e quelli recenti di Confcommercio sul livello di pressione fiscale non possono che confermare quello che tutti noi percepiamo tutti i giorni girando per le strade, ovvero un cappio al collo della libera intrapresa, ingabbiata tra moduli da compilare, continui nuovi balzelli da soddisfare, regolamenti impossibili da rispettare. L’Italia è divenuta, ahinoi, l’Ufficio Complicazione Affari Semplici (UCAS), in cui tutto ciò che potrebbe essere fatto con il minimo sforzo con il massimo risultato viene stravolto per ottenere l’effetto opposto: massimo sforzo con minimo (spesso nullo o dannoso) risultato.
Borghi propone, nel corso del suo volume, un continuo parallelismo con gli Stati Uniti d’America, Paese noto per essere paladino della libertà d’intrapresa, in cui la riduzione del perimetro pubblico è un principio connaturato nella stessa natura con cui è nato questo Stato.
Nessuno di noi pensa di poter rendere l’Italia identica agli USA, troppe differenze di carattere culturale impedirebbero questa mutazione estrema. Nulla però vieta di prendere spunto ed esempio da come gli USA si comportano in diversi ambiti, comprendendo ed interpretando le soluzioni in una chiave europea, che garantisca un maggior grado di libertà per i cittadini italiani.
Grazie a Matteo Borghi questo processo di analisi ed elaborazione di soluzioni oggi è più semplice.
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