Patto per lo sviluppo, l’impresa e il lavoro
In EUROPA
1) PIÙ INFRASTRUTTURE
Investire nel futuro per garantire una vera sovranità. Gli investimenti nazionali in infrastrutture e nella ricerca devono essere scorporati dal calcolo deficit/pil. Per realizzare da subito un grande Piano europeo per le infrastrutture materiali e immateriali, cosi da fare del Vecchio Continente la prima economia della conoscenza. L’ultima parola sul futuro non è dei burocrati, è degli innovatori. La priorità nel bilancio europeo deve essere data agli investimenti sulla tecnologia in grado di affermare una nuova leadership mondiale nel campo dell’intelligenza artificiale, nella quinta rivoluzione industriale. Il continente culla della civiltà non deve essere vassallo di nessuno, deve riaffermare la sua centralità globale.
2) PIÙ CREDITO
Liberare il credito per le imprese e per le famiglie, riportare il sistema bancario alla propria missione originaria. Rivedere l’Accordo Basilea 3, che penalizza soprattutto le Pmi, l’ossatura del sistema produttivo italiano. Fratelli d’Italia ha già presentato due proposte di legge (sui crediti deteriorati e sui mutui all’asta) per sanare la “grande crisi” bancaria e sociale e far tornare attivi centinaia di migliaia di soggetti produttivi, ma la battaglia si vince in Europa, rivedendo le regole miopi e penalizzanti per le banche italiane e quindi per le imprese e le famiglie. No a nuove norme capestro sui finanziamenti europei e sull’acquisto di titoli di Stato che di fatto colpirebbero il Sistema Italia. L’Unione bancaria ha senso solo se si realizza anche una assicurazione europea dei depositi.
3) PIÙ IMPRESA
Più impresa e più economia reale, per dare più lavoro, sicurezza, solidarietà. Tutela della qualità e della produzione nazionale, agricola e industriale, da concorrenza sleale e contraffazione. Valorizziamo il Made in Italy economico e culturale, le sue specificità e i suoi asset strategici. Costruiamo una politica industriale vera, non ragionieristica, che crei “campioni europei”, anche attraverso un fondo sovrano UE, capaci di competere su scala globale e in condizione di assicurare sovranità, indipendenza e competitività. Difendiamoci dall’offensiva economica di quei Paesi non di mercato, che utilizzano gli strumenti pubblici per conquistare, spesso in dumping, asset decisivi italiani ed europei, nuove regole per gli appalti pubblici e per le aziende sussidiate dagli Stati extraeuropei, tutela effettiva dagli investimenti esteri ostili. La concorrenza o è leale o non è.
4) PIÙ EXPORT
Il commercio davvero libero è quello equo. Vogliamo una revisione della piattaforma UE per gli accordi bilaterali di libero scambio, che inserisca procedure realmente efficaci a difesa dei nostri standard sociali, ambientali e produttivi. Tuteliamo la produzione nazionale e continentale dalla concorrenza sleale e da ogni forma di dumping, affinché si possa davvero competere in condizioni di parità. Eliminare gli ostacoli non tariffari, ridurre i dazi sull’export di prodotti industriali, tutelare la specificità della nostra produzione agricola e agroalimentare. Vogliamo una riforma del Wto che renda davvero equo e non solo libero il commercio, con l’impegno ad uniformare gli standard lavorativi, ambientali, sanitari e sociali. Lo schiavismo non può essere sinonimo di globalizzazione. Non dobbiamo cedere sui diritti acquisiti, di cui anzi dobbiamo essere orgogliosi. Più impresa, più produzione, più lavoro.
In ITALIA
1) SBLOCCA ITALIA
Politica del fare e del saper fare. Rimettere in moto l’Italia su due assi: investimenti e sburocratizzazione. Sblocco dei cantieri e avvio delle grandi opere, in primis della Tav Torino-Lione per dare un segnale anche simbolico all’Italia che produce. Rivedere il codice degli appalti, semplificare le procedure e ridurre la burocrazia. Tempi certi per i pagamenti della pubblica amministrazione: è un dovere morale, prima che contabile. Accelerare gli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, nell’edilizia scolastica, nel recupero urbano e nella messa in sicurezza del territorio, rilanciando gli investimenti pubblici che hanno toccato nel 2018 il minimo storico. Una nazione che non investe su di sé non crede nel futuro.
2) PREMIA L’IMPRESA
Più produci e più assumi, meno paghi. Subito la Flat tax incrementale (proposta di legge di Fratelli d’Italia) come prima fase per stimolare nuovi investimenti e crescita dimensionale delle aziende. È a costo zero, premia il merito, getta le basi per la grande rivoluzione fiscale della Flat Tax per tutti. Trasformare il Decreto Dignità in Decreto Occupazione: ridurre vincoli e balzelli sui contratti di lavoro, ampliare lo strumento dei voucher, mettere in condizione di assumere gli unici che sono in grado di farlo: gli imprenditori. Disboscare la selva oscura della burocrazia, riformare la giustizia civile, bloccare l’aumento dell’IVA. Rilanciare Industria 4.0 con particolare attenzione all’innovazione nelle Pmi. Premiare fiscalmente le aziende con alto tasso di manodopera rispetto al fatturato: più assumi, meno paghi.
3) VALORIZZA IL LAVORO
Giù le tasse sul lavoro: è ora di abbattere davvero il cuneo fiscale, il più alto d’Europa, il vero freno allo sviluppo, a diretto beneficio dei lavoratori, cosi da incrementare redditi e consumi. Destiniamo le risorse del reddito di cittadinanza solo a chi è effettivamente povero e alla impresa che assume. Colmiamo il fossato tra mondo dell’istruzione e mondo dell’impresa: alziamo la qualità del lavoro, riduciamo il fenomeno della sovraistruzione non ottimizzata sul mercato attraverso una seria riforma del Sistema dei servizi per l’impiego e incentivando la formazione aziendale ed extra aziendale. L’aggiornamento permanente stimola il lavoratore e aumenta la sua produttività. Favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, non con la retorica, ma puntando sulla formazione specifica e mirata e sugli incentivi diretti alla impresa.
4) PREPARA IL FUTURO
L’Italia deve tornare a scommettere su di sé. Sosteniamo la natalità con il reddito d’infanzia. Investiamo nel capitale umano, favorendo l’istruzione universitaria che ci vede tra gli ultimi in Europa come numero di laureati e tra i primi come livello di tasse universitarie. Riduciamo il fenomeno dello “skill mismatch”, per cui l’imprenditore non riesce ad individuare le professionalità adeguate e dilaga il fenomeno della disoccupazione giovanile, e della fuga dei nostri ragazzi dall’Italia. Favoriamo, sempre, la ricerca in ambito privato e in ambito universitario, l’innovazione, l’acquisizione di competenze tecnologiche. Realizziamo una vera, moderna e completa digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Solo uno Stato efficiente, austero e nel contempo vicino alla impresa può creare lo condizioni dello sviluppo. E solo lo sviluppo può consentire all’Italia di ridurre il divario crescente che mina alle fondamenta la Nazione. Anche per questo: più Impresa, più Italia.
* Fratelli d’Italia
Pubblichiamo il “Patto per lo sviluppo, l’impresa, il lavoro” presentato da Giorgia Meloni e Adolfo Urso al meeting “Più Impresa, Più Italia”