Più impresa, Più Italia, anche in Europa
Impresa è Italia, da sempre. E nel contempo Italia è impresa, da sempre. La storia della nostra Nazione è fatta di ingegno, creazione, bello ben fatto. Rinascimento e corporazioni. Industria, agricoltura, turismo. Prodotti di qualità riconosciuti ovunque nel mondo, come dimostra il fatto che il “made in Italy” sia il brand Nazione più affermato su scala globale.
Troppo spesso, però, persino noi cadiamo in un equivoco, quando utilizziamo il termine “impresa”. Tendiamo infatti a pensare che esso indichi un argomento specifico, un settore della vita nazionale tra i tanti, spesso addirittura con pregiudizio, mentre è il motore della nostra società, che ci caratterizza e informa di sé ogni aspetto della vita sociale e non solo meramente produttiva. Il carburante di questo motore non è il petrolio ma l’uomo con le sue straordinarie risorse, tramandate di generazione in generazione.
La realtà, infatti, è che “Impresa” e”Italia” sono, o dovrebbero essere, sinonimi. Oggi più che mai, nella sfida della nuova globalizzazione. Senz’altro è stato così nei momenti migliori della nostra storia, quelli segnati dall’ingegno, dall’intraprendenza, dalla creatività tutti italiani.
L’impresa dovrebbe essere al centro dell’agenda di chiunque abbia l’onore e l’onere di governare l’Italia, ma troppe volte non è stato così, e certo non lo è ultimamente. La manovra economica approvata dal governo è andata nel senso opposto rispetto a quello che servirebbe per rilanciare il sistema produttivo, tanto più a fronte del rallentamento dell’economia mondiale e in particolare di quella europea.
Anche per questo siamo in piena stagnazione e rischiamo di passare in recessione, unica economia d’Europa. Serve un piano generale, una nuova visione della Nazione e quindi della produzione, una vera politica industriale che ponga l’impresa al centro dell’economia: cultura, formazione, ricerca, innovazione, infrastrutture, riforma della giustizia e della burocrazia, tutto deve ruotare intorno alla impresa come motore della crescita.
Per questo, riteniamo necessario non misure tampone, non decreti slogan ma una terapia choc che liberi le aziende dal giogo della peggiore burocrazia d’Europa e di una pressione fiscale fuori controllo, addirittura in aumento nel 2019. Con un convinto piano strategico d’investimenti, pubblici e privati, il via libera allo sblocco dei cantieri delle grandi infrastrutture. Non tasse, ma Tav!
Serve fare, non disfare, una politica del “Sì” che si contrapponga nei fatti alla ideologia del “no”, che viene spacciata come “decrescita felice” quando è meramente depressione, con misure assistenzialiste che rischiano di pregiudicare persino una sana politica di ricomposizione sociale, mera ridistribuzione che rischia di inficiare la naturale creazione di valore. Si consuma il presente, invece di investire nel futuro,
Noi non ci stiamo, chiediamo e prepariamo un cambio netto di rotta. In Italia e in Europa.
Per porre al primo posto, appunto, l’impresa, la produzione, il lavoro. L’impresa che oggi è considerata come mero bancomat per finanziare le promesse elettorali, piuttosto che valorizzata per quello che è: l’unico luogo possibile da cui possono ripartire la crescita, l’occupazione, il benessere, asse portante del sistema-Italia.
Per questo, oggi presentiamo a voi un nuovo impegno, un nuovo patto col mondo produttivo che si muova lungo due direzioni: più Impresa in Italia, e di conseguenza più Italia produttiva in Europa. Lo abbiamo immaginato in formato 4×4: 4 priorità da portare in Europa, nel nuovo Parlamento, e 4 priorità da imporre in Italia, già nella prossima manovra economica.
4×4 perché ogni ruota motrice è trainante, è un tassello indispensabile di una nuova visione. 4×4 perché l’attuale crisi industriale si manifesta anzitutto nel settore dell’auto, simbolo della industria italiana nel mondo, penalizzato da scelte autolesioniste realizzate dal governo italiano, basti pensare all’ecotassa, o subite in Europa, nei nuovi impossibili obiettivi sulle modalità di impatto ambientale: in entrambi i casi penalizzata è proprio la filiera automotiv italiana.
Così spesso accade anche negli altri settori produttivi. Per insipienza, pregiudizio, ignoranza.
4×4 perché il terreno è impervio, i ritardi accumulati tanti, ma la direzione di marcia chiarissima: riportare l’impresa al centro dell’Italia, riportare l’Italia al centro dell’Europa, in un’Europa ricostruita sui pilastri della produzione, del lavoro e quindi dell’economia reale. È un cambiamento totale di prospettiva, è un nuovo patto di crescita ma anche culturale, imperniato sull’impresa come motore di innovazione e sul Made in Italy come simbolo di talento e di eccellenza. Fare e saper fare, su questo non abbiamo paura di competere con nessuno.
Questo è il nuovo nuovo “patto” che oggi prendo con tutti voi, che rappresentate la gran parte del PIL italiano, in qualità di presidente di Fratelli d’Italia: tutelare e valorizzare l’impresa in Italia, in Europa, nel mondo. Perché è la parte migliore di noi. Perché è la vera essenza della nostra Italia.
* Giorgia Meloni, presidente Fratelli d’Italia
Pubblichiamo la lettera di Giorgia Meloni che introduce il Patto per lo sviluppo che abbiamo presentato al meeting “Più Impresa, Più Italia”