Presentazione progetto Donne nel Mediterraneo
La Fondazione ha presentato il progetto sul ruolo della donna come “agente di integrazione” all’interno del contesto migratorio, in relazione al proprio nucleo familiare e alla comunità di appartenenza. Un’iniziativa che vede il Mediterraneo come luogo di confronto e di sviluppo per un modello di convivenza positivo per l’Europa. Sono intervenuti, tra gli altri, Gianfranco Fini, presidente di Farefuturo, Adolfo Urso, segretario generale, e Franco Frattini, vice presidente della Commissione Europea, con un messaggio videoregistrato.
«Quello che secondo noi è un punto acquisito, e cioè la parità fra uomo e donna – ha sottolineato Fini – in altre società’ che hanno valori culturali diversi non è acquisito come un elemento positivo. Siamo davvero convinti che parità significhi rispettare un valore acquisito da tutti? Non è il caso di interrogarsi sulle diversità cancellando in noi occidentali la presunzione di superiorità del nostro modello? La grande sfida è tutta qui». «In base a che cosa – ha aggiunto – pensiamo di indicare il nostro modello sociale come modello che debba necessariamente essere preso ad esempio per garantire piena libertà e piena parità fra uomo e donna? Secondo Fini «quando si parla in Occidente di parità fra uomo e donna ci si riferisce soprattutto alla parità di opportunità». E ha osservato: «Non è che altre società considerano le donne inferiori all’uomo.
Nelle società’ musulmane non c’è il concetto di inferiorità della donna rispetto all’uomo», ma «c’è un concetto di diversità di ruoli». Secondo Fini, comunque, «interrogarsi su cosa significhi integrarsi nella società italiana, con gruppi che hanno una identità etnico-linguistico-religiosa molto diversa dalla nostra, è un dovere per una politica che non deve essere soltanto propaganda», e «la destra italiana ha, nel suo patrimonio culturale, alcune risposte per evitare che l’immigrazione sia sinonimo di conflitto».
Urso ha spiegato l’obiettivo del progetto di ricerca Donne nel Mediterraneo: «Con questo la Fondazione intende fornire alla classe dirigente del Paese gli strumenti per capire come realizzare una vera, concreta ed efficace politica di integrazione. La donna, per sua natura, porta con sè i problemi, i conflitti ma anche le opportunità. Capire quali siano le sue esigenze e come vive la dicotomia tra integrazione e identità significa anche poter sviluppare nel migliore dei modi un’azione politica efficace nel campo dell’educazione, della famiglia, del lavoro».