Renzi come Cameron?
Matteo Renzi come David Cameron?
Sicuramente il nostro premier rischia lo stesso destino del primo ministro inglese su un referendum che ha fortemente voluto, cercando quella legittimazione popolare che sinora non aveva avuto.
Renzi come Cameron avrebbe potuto evitare il referendum, l’ha invece tenacemente cercato, certo di vincere a mani basse e così legittimare il suo potere e non solo la riforma, già ampiamente votata dalla maggioranza parlamentare.
Ma quel che doveva essere una passeggiata trionfante si è rivelato un calvario perché nel frattempo si è accresciuta l’opposizione politica e sociale al governo e più in generale a chiunque governi. In Italia come nel resto dell’Occidente.
In più, prima la Brexit ed ora il successo di Trump hanno dimostrato che può accadere l’impossibile e certamente l’imprevedibile. Peraltro, senza quelle conseguenze drammatiche che i fautori dell’Europa in Gran Bretagna e le lobbies a sostegno della Clinton prefiguravano, una più grave dell’altra. Se è accaduto in Gran Bretagna, se è accaduto negli USA, cioè nel cuore dell’Occidente, può accadere anche in Italia e senza tutte quelle drammatiche conseguenze che i megafoni dell’establishment minacciano per spaventare e condizionare il voto.
Ma gli altri sono la “casta”, ha provato a dire Renzi. Una “accozzaglia”, l’ha definita.
In parte sarà pur vero, ma non fa più presa.
Uno che la sa lunga,come Chiamparino ha recentemente notato: come si fa a pensare che i cittadini non ci percepiscano come l’establishment quando abbiamo tutte le cariche dello Stato: presidente del Consiglio, presidente della Repubblica, presidente del Senato, presidente della Camera, presidente della Corte, presidenti di 17 Regioni su 20, sindaci delle principali città….potremmo aggiungere: presidente della Rai, presidente di Confindustria, presidente di UnionCamere, etc. etc.
Qui sta il punto. La sinistra con il 30 per cento del consenso elettorale ha preso nelle sue mani tutti gli organi dello Stato e con il combinato disposto di riforma costituzionale e riforma elettorale vuole consacrare la sua supremazia di minoranza sulla maggioranza che si oppone.
Come finirà? Lo sapremo tra pochi giorni.
Comunque finisca, l’Italia esce divisa e avrà di fronte mesi terribili, con una campagna elettorale che comunque è già iniziata. Con un centrodestra ancora indefinito sono guai per tutti.
Possibile che non vi sia un Fillon sullo sfondo?
Renzi non farà la fine di Cameron, “state sereni”, avrebbe detto qualcuno.
Non farà la fine di Cameron perché non si ritirerà comunque a vita privata, anche se lo aveva dichiarato quando iniziò questa avventura del referendum e lui era strasicuro di vincerla.
Renzi ha sbagliato come Cameron a volere, fortemente volere il referendum ma, a differenza di Cameron, si guarderà bene dal trarne le conseguenze.
“State sereni”, dovremo sconfiggerlo alle elezioni politiche, evitando di cadere dalla padella alla brace. Cioè da Renzi a Grillo.
Ripeto la domanda: possibile che non vi sia in Italia un Fillon o perlomeno una Le Pen?
In Francia avremo tra breve un confronto serrato tra due destre: Fillon e Le Pen. In Germania, qualcosa di simile tra due donne Merkel e Frauke Petry, leader di Alternativa per la Germania.
In Italia dobbiamo rassegnarci ad avere un confronto tra Renzi e Grillo, cioè tra due sinistre?
Penso che si possa trovare qualcosa di meglio. Penso che si debba lavorare per trovare qualcosa di meglio.
*Adolfo Urso, presidente Fondazione Farefuturo