Romani a Farefuturo: "Il Rosatellum? Certifica l’unità. Adesso programma comune"
La prima tranche di forum della fondazione Farefuturo con i leader e gli esponenti centrali dei principali partiti politici del centrodestra si è chiusa con un faccia a faccia serrato con Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato. Il presidente Romani, figura di spicco del movimento fondato da Silvio Berlusconi fin dal 1994, con la sua solita schiettezza ha affrontato senza filtri i temi di stringente attualità ma anche le prospettive geopolitiche dell’Italia alla luce di un occidente sempre più atomizzato.
Punto di partenza, dopo l’ampia introduzione del presidente della fondazione Adolfo Urso, è stata la legge elettorale, argomento che proprio in queste ore sta vivendo le sue prime ore di vita. Un Rosatellum rispetto al quale Romani ha confermato l’interesse specifico di Forza Italia: “La rivendico – ha spiegato -, perché in un’Italia tripolare, e dopo le sentenze della Consulta, non è possibile un premio di maggioranza ma, allo stesso tempo, reintroduciamo il concetto di coalizione”. Coalizione che è stato presentata come “ciò che ci chiede il nostro elettorato”, perché frutto delle buone perfomance del centrodestra alle Amministrative e dell’interessante “modello Musumeci” in Sicilia. Quanto alla leadership, coerente con il binario del Rosatellum e con ciò che ha ripetuto Berlusconi stesso, “chi prenderà un voto in più esprimerà il portavoce”.
Per il presidente dei senatori azzurri, poi, grande importanza in vista della sfida delle Politiche avrà il programma di governo del centrodestra all’interno del quale dovrà emergere – a suo avviso – la visione pragmatica e moderata di Forza Italia. Se è vero, come ha spiegato, che la Lega Nord di Salvini è riuscita a crescere grazie a un intervento muscolare sui temi sensibili dell’immigrazione e della sicurezza, Forza Italia non è stata da meno in Parlamento e nelle Commissioni: “L’indagine conoscitiva sulle Ong – ha puntualizzato – nasce da una nostra iniziativa. Da lì ha preso ispirazione il codice Minniti”. Secondo Romani, dunque, la sintesi “di governo” garantita da FI è quell’elemento che può dare vestibilità alle giuste istanze popolari senza allontanare i ceti produttivi e spaventare i partner europei.
E fuori dai confini? Il centrodestra che vuole riconquistare la guida dell’Italia”dovrà liberarsi dall’angoscia del ‘Paese sconfitto'”, ossia secondo Romani dovrà essere libero di sviluppare una politica che tuteli gli interessi nazionali in Medioriente come in tutte le regioni dove la presenza italiana è strategica per il benessere dei suoi cittadini ma anche per garantire quell’equilibrio e quella buona gestione delle crisi che tutto il mondo riconosce al nostro Paese.
*Marco Marconi, collaboratore Charta minuta