Sessantottini fuori tempo… e fuori nesso!
“Siete pavidi, incerti, disperati (benissimo!) ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati: prerogative piccolo-borghesi, cari.” – Scriveva Pier Paolo Pasolini – “Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti. Perché i poliziotti sono figli di poveri. Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano. Quanto a me, conosco assai bene il loro modo di esser stati bambini e ragazzi, le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo anche lui, a causa della miseria, che non dà autorità.”
Osservando le immagini video degli scontri di giovedì scorso a Bologna, tra gli esponenti del ‘Collettivo Universitario Autonomo’ e la Polizia, queste parole sono forse le più appropriate ad aiutare il libero pensiero a dispiegare un’opinione su chi siano i ‘cattivi’ e chi i ‘buoni’.
Gli scontri in oggetto sono stati provocati dalle azioni di protesta del Collettivo. Protesta, sviluppata con la provocatoria occupazione della biblioteca di Lettere dell’Università e con un non pacifico corteo esterno alla stessa. Ciò a seguito della decisione, da parte degli organismi di gestione della struttura pubblica, di istallare dei tornelli d’ingresso. Una decisione necessaria in un luogo deputato a facilitare e rendere più accoglienti i momenti di coloro che sono impegnati in attività di studio, ricerca o semplicemente implementazioni del proprio bagaglio culturale, ma diventato nel tempo una sorta di succursale dei cosiddetti ‘centri sociali’, per fare un po’ di tutto… rubare libri, spacciare droga ed anche molestare sessualmente una ragazza che, mentre tentava di studiare si è ritrovata dinnanzi un cosiddetto ‘punkabbestia’, il quale mentre la osservava si masturbava. E proprio le segnalazioni da parte degli studenti che hanno assistito ad episodi di inciviltà, o ne sono stati vittime, hanno fatto scattare l’allarme obbligando l’avvio di misure di sicurezza come appunto i tornelli d’ingresso. Gli stessi studenti (veri) che all’indomani dell’accaduto, in oltre cinquanta, si sono prontamente dissociati dal Collettivo Universitario Autonomo e si sono proposti come volontari per riparare i danni che la biblioteca ha subito a causa delle azioni degli altri studenti (finti).
In prima analisi risulta encomiabile la proposta degli studenti che si sono dissociati dalla protesta… ragazzi che, con la proposta, vogliono darsi da fare, sporcandosi le mani per riparare muri, scaffali e vari mobili danneggiati, al fine di recuperare il luogo dove studiare per crescere. In ultima analisi risulta pericolosamente ridicola la fermezza del Collettivo nel difendere ciò che è ravvisabile come un diritto all’inciviltà. Una fermezza che probabilmente deriva da una grande ignoranza e confusione di fondo: la stessa con cui si esprimono. Una fermezza che appare anche un rifiuto a crescere, in quanto la crescita implica necessariamente responsabilità che non possono convivere con la voglia di riscatti confusi, di viscerali proteste, di sgangherate e velleitarie riscosse. Ma evidentemente per loro è meglio così: meglio non prendere concretezza dei problemi reali, meglio non approfondire il proprio rapporto con la vita vera, meglio tentare di affermarsi con lo spiegamento di qualità mimate piuttosto che vere. Alla proposta virtuosa è meglio la protesta contro la Polizia, il Rettore, il Prefetto, i politici e vari ed eventuali altri bersagli sempre bene accetti. Meglio non crescere e continuare a giocare alla revolución por el carnaval!
*Antonio Coppola, collaboratore Charta minuta