Shinzo Abe e il ritorno della primavera all’alba del Giappone
Antonio Coppola2019-02-26T12:12:15+01:00“Difenderemo il nostro popolo, proteggeremo il nostro felice stile di vita dando un futuro ai nostri figli e alla nazione”, ha dichiarato il candidato premier dei Liberal Democratici Shinzo Abe, dopo la plateale vittoria che gli conferisce la guida di un governo retto da una rappresentanza parlamentare tale da modificare la carta costituzionale del Paese.
Abe, già due volte premier, coraggioso protagonista di riforme in Giappone e gran garante di stabilità in territorio asiatico, ha portato alla vittoria non semplicemente una compagine politica, ma lo spirito di una entità culturale. Ed ha portato, paradossalmente, alla vittoria anche chi non lo ha votato. Il nazionalismo inteso come patriottismo e conservatorismo di cui è intriso il Giappone è allo stesso tempo progressismo in quanto volge lo sguardo al perfezionamento di una marcata identità che non è la chiusura verso l’altro, ma la consapevolezza di sé e la salvaguardia del valore della propria essenza nel rapporto con l’altro. Con Abe vince l’imperialismo come identità dello spirito giapponese, vince il sentimento di appartenenza ad un qualcosa di troppo grande da poter essere subordinato. Vince la dignità di un popolo orgoglioso di essere giapponese al solo fine romantico di dedicarsi al miglioramento di ciò che significa essere giapponese.
Scegliendo Abe i giapponesi scelgono la globalizzazione ma senza la rinuncia alla propria sovranità, scelgono il multiculturalismo ma senza la rinuncia della propria marcata identità, scelgono di partecipare a ‘coalizioni internazionali’ ma senza rinunciare al proprio individualismo (non sinonimo di egoismo o isolazionismo), scelgono di aderire ai dettami della finanza internazionale ma con la propria politica monetaria. Scelgono insomma di esserci ma restando orgogliosamente sé stessi, nel perfetto equilibrio di tatto e disciplina di samurai al servizio di sua maestà, laddove il servizio è atto di nobiltà e la monarchia è emblema dello spirito del Giappone.
*Antonio Coppola, collaboratore Charta minuta